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Ritorno a scuola, 24 ore settimanali per 500 euro netti al mese. Una proposta

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Per il rientro a scuola in presenza previsto per il mese di settembre sono molte le indicazioni evidenziate nelle linee guida, dove è stato recepito il documento del Comitato tecnico-scientifico che continua a ritenere obbligatorio l’uso delle mascherine in classe dai 6 anni in su.

Ma c’è anche impegno scritto a verificare, due settimane prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, come stia evolvendo il contagio e se bisognerà portarla sempre.

Inoltre nelle linee guida è stato inserito un esplicito riferimento al distanziamento fisico che richiama le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico. “Il distanziamento fisico, inteso come un metro fra le rime buccali degli alunni, rimane un punto di primaria importanza nelle azioni di prevenzione”.

Da quanto scritto è probabile lo sdoppiamento delle classi con una maggiorazione delle ore di lezione. Per far fronte a questa evenienza è necessario aumentare le ore settimanali degli insegnanti.

Quindi si potrebbe portare l’orario settimanale dei docenti delle scuole superiori da 18 a 24 ore con un aumento stipendiale di 500 euro nette al mese (le 6 ore in più sono estendibili a tutti i docenti degli altri gradi di istruzione).

Questa è la proposta lanciata dai gruppi FB di RTS a cui seguirà un sondaggio per conoscere l’opinione dei quasi 70mila docenti iscritti.

A tal riguardo si ricorda che l’orario di servizio settimanale degli insegnanti attualmente è regolato dall’art. 28 del CCNL secondo quanto segue: “In coerenza con il calendario scolastico delle lezioni definito a livello regionale, l’attività di insegnamento si svolge in

  • 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia
  • 22 ore settimanali nella scuola elementare
  • 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d’istruzione secondaria ed artistica

distribuite in non meno di cinque giornate settimanali.

Alle 22 ore settimanali di insegnamento stabilite per gli insegnanti elementari, vanno aggiunte 2 ore da dedicare, anche in modo flessibile e su base plurisettimanale, alla programmazione didattica da attuarsi in incontri collegiali dei docenti interessati, in tempi non coincidenti con l’orario delle lezioni”.

La distribuzione dell’orario di servizio in non meno di cinque giornate settimanali assicura la fruizione del giorno libero che, seppure non esplicitamente indicato nella normativa, è diventato prassi.