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Ritorno a scuola, il Garante per l’infanzia teme gli orari differenziati: servono bus privati, voucher e più aule

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Aule di dimensioni più grandi e mezzi di trasporto maggiorati, anche attraverso l’utilizzo di bus e pullman privati e voucher da assegnare anche agli studenti della secondaria. Sono le raccomandazioni del Garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti in vista della ripresa delle lezioni da svolgere necessariamente in presenza: il Garante lo ha scritto il 29 luglio al premier Mario Draghi, ai presidenti delle Regioni e ai sindaci.

Viaggiare non affollati

“Il Governo si sta dando da fare in questa direzione – si legge nella missiva inviata – , ritenuta prioritaria anche dal Cts. E ciò è apprezzabile. Uno dei nodi principali a cui pensare per tempo è quello dei trasporti, che devono fare i conti con l’affollamento alla riapertura degli uffici, ma è anche necessario fare uno sforzo in più per trovare aule sufficientemente ampie da consentire agli studenti di andare a scuola in sicurezza”.

L’Autorità garante – che si discostata dal tema prevalente di questi giorni, le vaccinazioni del personale scolastico e degli alunni under 12 – ha raccomandato al premier, ai governatori e ai primi cittadini di assicurare mezzi di trasporto “riservati ai ragazzi”, anche utilizzando convenzioni con società private che gestiscono i bus rimasti fermi per le conseguenze dei contagi allargati da Covid.

Il riferimento è agli adolescenti e ai più grandi, che utilizzano in alto numero bus e metro per andare a scuola.

Incentivare i bus privati

Si potrebbero emettere, come è stato fatto con i docenti di alcune Regioni lo scorso anno, anche dei voucher per gli studenti che debbano ricorrere al trasporto privato.

La dottoressa Carla Garlatti non sembra invece accettare orari di entrata e uscita a scuola differenziati, con lezioni pomeridiane o di sabato: l’Autorità garante manifesta preoccupazione che in tal modo possano essere lesi i diritti al gioco, allo sport e al tempo libero dei ragazzi previsti dalla Convenzione di New York.

Il Garante per l’Infanzia ha quindi chiesto di compiere una ricognizione degli edifici pubblici o del privato sociale non utilizzati o poco utilizzati per adibirli ad aule.

Rivedere il concetto classico dell’aula

“Andrebbe anche ripensato – aggiunge il Garante – il concetto di aula scolastica. Si può pensare di utilizzare spazi alternativi per fare lezione, come ad esempio parchi pubblici, sale museali, luoghi adibiti alla cultura”.

“Queste sono alcune idee, ma vanno cercate tutte le soluzioni possibili per raggiungere lo scopo – irrinunciabile – di assicurare a tutti gli studenti a partire dal prossimo settembre lezioni in presenza”.

“La didattica a distanza, pur preziosa, è stata un’esperienza utile ad evitare la chiusura delle scuole, ma da considerare al passato”, ha concluso il Garante.

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