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Saldo debiti formativi, il parere del Cnpi

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Venerdì scorso il Cnpi ha formulato il proprio parere sulla bozza di decreto ministeriale concernente il saldo dei debiti formativi degli studenti del secondo ciclo di istruzione.
Prima ancora di esprimere valutazioni o giudizi di merito, il Consiglio nazionale della pubblica istruzione sottolinea la stretta interdipendenza tra il processo di riqualificazione dell’offerta formativa e l’obbligo di recupero dei debiti scolastici, coerentemente con le recenti disposizioni di riforma scolastica e in particolare con le norme che regolamentano l’ammissione degli studenti agli esami di Stato conclusivi del percorso di studio delle scuole di istruzione secondaria di II grado.
Il Cnpi concorda sul fatto che l’azione di recupero dei debiti è un fattore in grado di “sviluppare negli studenti una maggiore responsabilizzazione rispetto ai traguardi educativi prefissati”, attribuendo alle istituzioni scolastiche l’obbligo di organizzare interventi didattico-educativi per gli studenti che all’atto degli scrutini intermedi e finali presentino insufficienze in una o più discipline.
Si evidenzia anche che “la valutazione dell’alunno non può essere affidata al singolo docente, ma deve essere espressione di una volontà collegiale maturata a seguito di un’analisi globale dell’alunno, sotto l’aspetto sia formativo che educativo”.
Il parere mette in rilievo alcuni nodi problematici del provvedimento, avanzando proposte di modifica e di riformulazione del testo del decreto proposto dal ministro Fioroni.
Si richiamano le difficoltà organizzative presenti nelle scuole e l’esigenza di interventi per quanto concerne le risorse economiche e di organico necessarie per attuare le attività di sostegno e di recupero, che “costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa”.
Il Consiglio nazionale della pubblica istruzione precisa che “i genitori o coloro che ne esercitano la relativa potestà possono optare, previa dichiarazione di assunzione di responsabilità, in alternativa all’offerta della scuola, per altre modalità di recupero a proprio carico, fermo restando l’obbligo per lo studente di sottoporsi alle verifiche”.
Importante il passaggio in cui il Cnpi evidenzia come “in tutti i casi i consigli di classe mantengono la responsabilità didattica nell’individuare la natura delle carenze, nell’indicare gli obiettivi dell’azione di recupero e nel verificarne gli esiti ai fini del saldo del debito formativo”.
Il documento del Consiglio nazionale della pubblica istruzione è stato approvato a maggioranza e si sono registrate alcune astensioni. Perplessità sono state espresse dalla delegazione Flc-Cidi, che aveva presentato ulteriori proposte di modifica finalizzate a garantire tempi più lunghi per l’organizzazione delle attività di recupero da parte delle scuole, con la possibilità di spostare più avanti nel tempo (“entro la prima parte dell’anno scolastico successivo”) la valutazione relativa al recupero dei debiti formativi. Per Flc-Cidi, la proposta, che non è stata accolta dal voto del Consiglio, “evita il rischio concreto che, anche per la ristrettezza dei tempi a disposizione, si prefiguri di fatto un tendenziale ritorno dell’esame di riparazione di settembre”.