
Non si parla d’altro. Ieri, lunedì 20 gennaio, si è tenuta la cerimonia di insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Presente, c’era da aspettarselo, il magnate Elon Musk, Ceo di Tesla e SpaceX.
Quest’ultimo, che dovrebbe ricoprire un ruolo nel secondo governo del tycoon, ha tenuto un discorso ai sostenitori trumpiani dal palco della Capital One Arena di Washington, a pochi isolati dal Campidoglio dove poco prima il nuovo inquilino della Casa Bianca ha giurato.
Il gesto scioccante
Un suo gesto non è passato inosservato: Musk si è battuto la mano sul cuore e si è poi lanciato in quello che molti hanno riconosciuto come un vero e proprio saluto romano. Inutile dire che c’è sgomento e indignazione, visto che il braccio alzato evoca uno dei periodi più tristi e bui della storia.
C’è chi lo difende
A dire la sua è stato anche il docente e scrittore Enrico Galiano, che non ha lasciato spazio a interpretazioni: “Come ieri, come sempre, non è quello col braccio alzato ciò che fa più paura: ma tutti quelli che esultano davanti a quel braccio alzato”.
Come scrive La Repubblica, Andrea Stroppa, referente di Musk in Italia, ha provato a difenderlo: “A Elon non piacciono gli estremisti!”, ha scritto su X in maiuscolo. “Quel gesto, che alcuni hanno scambiato per un saluto nazista, è semplicemente Elon, che è autistico, che esprime i suoi sentimenti dicendo ‘voglio darti il mio cuore”, ha aggiunto.