Il ministro del Turismo Daniela Santanchè è intervenendo nel Comitato Direttivo di FIPE, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, ha sottolineato il ruolo fondamentale delle imprese della ristorazione per l’intera filiera del turismo:
“Credo che la politica debba ascoltare sempre di più le associazioni di categoria, che sono fatte di donne e uomini che lavorano e che conoscono il settore. Il turismo oggi è sempre più competitivo e gli standard dei servizi fanno assolutamente la differenza. La prima cosa che come ministero ci stiamo impegnando a fare è capire chi sono le aziende del turismo, codificando le loro caratteristiche”.
Ma l’attenzione della ministra si è pure fermata sulla formazione e dunque sulla scuola: “Un altro tema fondamentale è la formazione. Per fare il cameriere, ad esempio, bisogna sapere le lingue, sapersi muovere ed essere aperti al mondo. Si tratta di un mestiere in grado di rispondere ai profondi problemi occupazionali del nostro Paese, ma è necessario capire cosa serve per riqualificarlo”.
“Io sono ottimista, il ministero c’è: abbiamo già fatto mettere a disposizione 5 milioni di euro quest’anno e 8 il prossimo per realizzare una scuola di alta formazione in questo settore. La questione della mancanza di personale c’è, ma la fine del reddito di cittadinanza è un elemento che influirà positivamente. Il tema vero, in questo caso, è dare stabilità a questi lavoratori. Come? Destagionalizzandoli e costruendo un piano industriale per il turismo che ci dica dove vogliamo andare”.
Dopo avere firmato la Carta dei Valori della ristorazione italiana, Santanchè ha proseguito: “La ristorazione rappresenta un pilastro di estrema rilevanza per il settore turistico. Si tratta di un comparto al quale viene riconosciuta da sempre una forte funzione di attrazione, valorizzazione e promozione della componente identitaria e culturale italiana”.
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