Home Attualità Save the Children Italia: un milione di bambini vittima della povertà

Save the Children Italia: un milione di bambini vittima della povertà

CONDIVIDI

Un milione di bambini in Italia vive in povertà assoluta, vittima di diseguaglianze culturali, sociali e relazionali. Una condizione che è come «una mina innescata sul futuro». Save the Children combatte la povertà educativa: «Il potenziale rigenerativo dei più giovani è una delle poche chance di cambiamento». Per questo la Ong ha acceso 16 Punti Luce in Italia: centri socio educativi, situati in aree svantaggiate, dove bambini e adolescenti possono esprimere il proprio potenziale, attraverso attività ricreative, sportive, espressive e di sostegno allo studio.

Con il progetto “Illuminiamo il futuro 2030” si prevede di cancellare il problema nei prossimi 15 anni. Gli obiettivi sono gli stessi di quelli fissati dalle Nazioni Unite: apprendimento e sviluppo, offerta educativa ed eliminazione della povertà minorile.

 Il primo intervento è sui territori: 4500 minori frequentano oggi gli spazi di Save the Children, attivi in molte città italiane e in zone periferiche e disagiate. Danza, teatro, musica, piccoli laboratori artigiani, scuole di cucina, nuovi media e sport fra le attività proposte. In cantiere ci sono 5 nuove aperture. Nei progetti sono coinvolte le associazioni, le amministrazioni comunali e presto anche le regioni.

LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.

{loadposition bonus}

TUTTE LE NOTIZIE SUL CONCORSO ANCHE SU TELEGRAM!

Fra le azioni più urgenti, c’è il sostegno allo studio: il 25% dei quindicenni italiani è sotto la soglia minima di competenze in matematica, 1 su 5 ha problemi di lettura. La percentuale aumenta fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale. Ma incidono anche le carenze di servizi e di opportunità scolastiche ed extrascolastiche: solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad attività ricreative e sportive. Nelle scuole del Sud la mensa è garantita a metà: il servizio è offerto solo nel 49% degli istituti siciliani, nel 51 % di quelli in Campania e nel 53% delle scuole pugliesi. Lo documenta il 6° Atlante dell’Infanzia “Bambini Senza”, una mappa dei diritti negati.

Finora i fondi pubblici sono stati insufficienti a garantire anche prestazioni minime.

Il Governo ha confermato il suo impegno in favore dell’infanzia inserendo nella legge di stabilità un fondo triennale (alimentato dalle fondazioni bancarie): l’intenzione è di dare a «bambini e adolescenti la possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni».