Home Ordinamento scolastico “Schiaffo agli studenti della scuola pubblica”

“Schiaffo agli studenti della scuola pubblica”

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Il gruppo del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale della Lombardia ha reagito con veemenza contro la delibera della giunta, proposta dall’assessore Valentina Aprea, di assegnare la cosiddetta “dote scuola” anche alle famiglie con un Isee fino a 42 mila euro.

Dicono infatti i pentastellati che con la nuova delibera per i finanziamenti alla Dote scuola approvata dalla Giunta Maroni si dà “uno schiaffo alle famiglie degli studenti che frequentano le scuole statali dell’obbligo”. Decidendo di “aiutare il 10 % di studenti delle scuole paritarie, non si destinano i soldi delle tasse dei cittadini lombardi per aiutare la stragrande maggioranza degli studenti che frequenta invece la scuola pubblica statale”.

 

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 “Di nuovo – dichiara la consigliera Paola Macchi – siamo di fronte ad una vera e propria discriminazione sociale con un evidente disparità di trattamento tra i ragazzi che frequentano una scuola paritaria e quelli che frequentano una scuola statale. L’assessore Aprea, non paga di dare aiuti alle famiglie di studenti delle paritarie con Isee fino a 38.000 euro, quest’anno ha introdotto la possibilità di aiutare anche quelle con Isee fino a 42.000 euro, dimenticandosi completamente però di aumentare i miseri contributi che vengono dati agli studenti delle statali, che per gli ultimi tre anni delle superiori sono addirittura azzerati”.

Il modello Lombardia, sperimentato nella sanità, lentamente quindi passerebbe anche alla scuola che così diventa una sorta di mercato all’ingrosso dove, usufruendo della cosiddetta “dote”, ciascuno può scegliere l’istruzione più congeniale, anche quella che in un modo o nell’altro regala diplomi e promozioni, purchè si paghi. Una sorta di industria, sul tipo Spa, che raccoglie chi offre di più, ma anche chi cerca strade più semplici per acquisire un titolo. Il problema però rimane sempre legato al corpo insegnanti  che è chiamato, non sulla base di punteggi e graduatorie, ma sul “piacere” dei gestori.