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School Day 2002

Cari ragazzi, cari docenti, cari genitori, Signor Presidente della Repubblica,

Un anno fa, alla vigilia della riapertura delle scuole, annunciammo una grande campagna di solidarietà ed un concorso tra gli studenti italiani per aiutarci a riflettere sui privilegi di chi è più fortunato e sui disagi di chi è, invece, costretto a vivere ai margini della società. A cominciare da quei 100 milioni di bambini nel mondo che oggi, a differenza dei nostri ragazzi, non hanno la fortuna di poter andare in una scuola dove imparare a leggere e scrivere o dove, più semplicemente, poter giocare con i propri compagni.
Questa riflessione sul significato autentico della solidarietà ha acquistato un senso ancor più profondo dopo gli avvenimenti dell’11 settembre 2001; e, ad una anno di distanza, non ha certamente perso forza e attualità.
Nella nostra società civile, è la scuola, accanto alla famiglia, il luogo dove i valori della solidarietà, del dialogo, dell’accoglienza devono germogliare, attecchire e crescere.
Per essere realmente una comunità solidale, la scuola deve formare le coscienze di ragazzi e ragazze al rispetto delle opinioni altrui, al dialogo, alla collaborazione, alla disponibilità ad accogliere chi è in situazione di disagio e di debolezza.
Le scuole che oggi premiamo per quel concorso lanciato un anno fa – e tutte le altre che hanno partecipato con le loro esperienze e con il loro lavoro – hanno dimostrato con le loro attività didattiche, formative e ricreative che la solidarietà non è un concetto astratto, ma è il frutto di comportamenti e decisioni tangibili e misurabili.
Queste scuole rappresentano l’animo nobile della scuola italiana, quella che non si è mai chiusa in se stessa, ma che ha l’energia e la ricchezza interiore per dedicarsi agli altri, per farsi carico dei loro bisogni, che si spende, che si prodiga. E’ la scuola dei generosi, che agisce concretamente, stimolando iniziative, trascinando gli altri ad agire, in modo disinteressato, nelle aule italiane ma anche in quelle di altri paesi. Sono gesti di aiuto, di amicizia, per chi sta seduto nel banco accanto ed è in difficoltà, per chi ha bisogno di sostegno, di comprensione. Sono gesti di affetto di studenti e di insegnanti che vivono nelle scuole di un paese ricco verso compagni che hanno difficoltà ad educarsi in paesi poveri e svantaggiati.
Queste scuole hanno dimostrato che la solidarietà può realizzarsi quotidianamente nel predisporre progetti concreti.
Di recente, i capi di Stato e di Governo che si sono riuniti a Johannesburg per discutere degli immani problemi planetari di uno sviluppo effettivamente sostenibile hanno scelto proprio questa strada: 500 progetti su altrettanti temi economici, ambientali e sociali. Ebbene, anche noi possiamo seguire lo stesso esempio di concretezza e pragmatismo se nelle nostre scuole si sceglieranno ogni anno 1, 2 o 3 progetti destinati a realizzare occasioni, più o meno grandi, di aiuto, di sostegno, di accoglienza.
A voi ragazzi e ragazze dico: sono le persone dotate di coscienze forti quelle capaci di grandi gesti d’amore e di nobili ideali: Affrontate dunque l’impegno educativo con l’obiettivo di formarvi opinioni libere, di coltivare valori e principi che vi renderanno protagonisti nel costruire un mondo migliore.
Ai docenti che stanno per intraprendere un altro anno di lavoro, dal profondo del mio cuore vorrei dire: aiutate i ragazzi e le ragazze ad amare la cultura, una cultura non astratta e lontana ma vicina ai loro interessi, alla loro vita, perché attraverso questa cultura si formino come persone forti e generose.
Vi sono tanti modi per farlo. Rileggete con loro un cantico di Leopardi per riflettere sull’amore; riandate all’Odissea per risvegliare nei loro cuori il luminoso coraggio di Ulisse e la tenace pazienza di Penelope; spiegate la Divina Commedia per parlare con loro del rapporto tra l’uomo terreno e la trascendenza della sua vita.
I ragazzi e le ragazze che vi vedranno in un atteggiamento di ascolto sincero sentendovi più vicini ai loro interessi, ai loro sogni, apriranno più facilmente le proprie coscienze, i propri cuori e le proprie menti ai significati profondi dell’amicizia, della giustizia e della pace. E sapranno da adulti custodire nel loro animo l’insegnamento più importante che possiamo sperare di offrire loro: il valore della solidarietà umana.

Buon anno scolastico

Redazione

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