Lo prevede la recentissima C.M. 270 che precisa anche le linee di azione alle quali dovrà attenersi il progetto:
• fornire alle scuole risorse capaci di migliorare gli strumenti, le strutture e l’organizzazione didattica dell’insegnamento scientifico-tecnologico,
• creare servizi, materiali, azioni di sostegno e opportunità formative per i docenti,
• porre l’educazione scientifico-tecnologica come una questione di interesse generale e coinvolgere nelle azioni di sostegno alle scuole le diverse organizzazioni interessate alla scienza e alla tecnologia (istituti di ricerca, musei, enti e servizi destinati alla protezione dell’ambiente e della salute, imprese industriali).
Ma quali motivazioni hanno indotto il Ministero a promuovere questa ulteriore azione innovativa?
"Una adeguata cultura scientifica e tecnologica – spiegano gli esperti che hanno redatto il documento tecnico che accompagna la circolare – è una parte importante della formazione di tutti i cittadini, per almeno tre ragioni:
1) la comprensione delle leggi del mondo naturale e delle logiche di quello costruito dall’uomo sono un aspetto essenziale nella formazione intellettuale di ogni persona;
2) la mancanza di conoscenze scientifico-tecnologiche impedisce di affrontare in modo maturo le decisioni pratiche e le scelte etiche che l’intreccio fra scienza, vita personale e società impongono ad ogni cittadino;
3) i contenuti e i metodi della scienza e della tecnologia sono, anche se in modi diversi, una componente necessaria di qualsiasi professionalità".
Scienza e tecnica, insomma, non possono essere considerate campo di indagine esclusivo degli specialistici, ma, in un contesto sociale e culturale complesso e articolato come quello in cui stiamo vivendo, sono di fatto componenti essenziali della formazione di base.
Come si è detto per quest’anno scolastico saranno coinvolte nel progetto 500 istituzioni scolastiche: 200 circoli didattici, 150 medie inferiori e 150 superiori, in modo proporzionale su tutto il territorio nazionale.
Le scuole saranno individuate dai Provveditori agli Studi con l’aiuto di Gruppi di Lavoro per l’educazione scientifica e tecnologica che si dovranno costituire in ogni provincia.
Nei prossimo quadriennio il programma verrà progressivamente esteso a tutte le scuole.
Nel concreto ogni scuola si dovrà impegnare a sperimentare almeno due unità didattiche in un numero sufficientemente ampio di classi.
Ad ogni scuola verrà assegnato un fondo medio di 14 milioni, di cui 4 destinati alle attività di formazione e produzione di materiali (agli Istituti Tecnici e Professionali, in considerazione della loro migliore dotazione di attrezzature e delle minori difficoltà per le spese correnti, verrà assegnato il solo finanziamento per la formazione e la produzione).
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