Categorie: Politica scolastica

Sciopero 20 maggio: altro flop dopo quello del 12?

La vigilia dello sciopero del 20 maggio è contrassegnata da veleni e polemiche. I sindacati di base accusano Cgil, Cisl, Uil e Snals voler danneggiare la categoria.

Rinnovare il contratto, rafforzare la contrattazione di istituto, sburocratizzare la scuola, valorizzare la professionalità: sono i 4 obiettivi fondamentali che Cgil, Cisl, Uil e Snals mettono alla base dello sciopero proclamato per venerdì 20 maggio.
Per la verità non sembra che questo sciopero sia particolarmente atteso nelle scuole, anzi c’è la sensazione che gli stessi sindacati siano consapevoli che l’adesione sarà contenuta.
I sindacati di base lo avevano già denunciato nelle settimane scorse: “Lo sciopero del 20 maggio serve solo per depotenziare quello proclamato da noi per il 12”

Adesso alla vigilia della protesta dei 4 sindacati maggiori, Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, fornisce una sua intepretazione della situazione:  “Per un anno intero abbiamo cercato l’unità con i sindacati rappresentativi e con la Cgil in particolare. Ma l’unità, che peraltro si era costruita nello scorso mese di maggio e che aveva portato allo sciopero del 5 maggio con il 70-80% di adesioni. Si era parlato di un autunno di proteste e di lotte ma poi non c’è stato nulla: a ottobre abbiamo scioperato da soli e gli altri sindacati hanno tirato i remi in barca”

“Tutto questo – prosegue Bernocchi – ha dato alla categoria l’impressione che la partita fosse ormai chiusa, anche se così non è perchè nelle scuole malessere e disagio sono alle stelle. Certo è che uno sciopero come quello del 20 è davvero incomprensibile: a mia memoria non c’è mai stato uno sciopero proclamato dai sindacati rappresentativi a distanza di una settimana da un altro sciopero indetto dal sindacalismo di base”

“In particolare – conclude Bernocchi – appare del tutto incomprensibile l’atteggiamento della Flc-Cgil anche perchè lo sciopero di domani è servito certamente a danneggiare il nostro ma senza portare vantaggi di nessun genere a loro. A noi pare insomma un comportamento del tutto autolesionistico e, quel che è peggio, del tutto contrario agli interessi di tutto il personale della scuola”.

Reginaldo Palermo

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