Home I lettori ci scrivono Scuola come scuola nella realtà poetica

Scuola come scuola nella realtà poetica

CONDIVIDI

Scuola come poetica della realtà e della illusione. Così, le riflessioni inviate tendono a raggiungere le due prospettazioni, che si risolvono nell’insegnamento delle realtà umane.

 

IL RITORNO DEL SOLDATO

Soldato che ritorni, da inuman conflitto, per l’odio di colui che tutto vuole afflitto.

Tu, che da luoghi arcani, non porti nel tuo cuor, i canti dei cristiani, e il lor soave amor.

Tu, che tra fossi e valli, a piè, o sui cavalli, tra l’infuriar degli uomini, in ciel guardasti fisso, come aspettando il bacio del Grande Crocefisso; or che ferito riedi, ignudo e impolverato, piangendo in terra siedi per ciò che tu hai trovato! Il sangue non si sparse,semplicemente al campo, ma l’ira umana assalse il desco senza scampo.

Il tuo Pierino è morto; e morta è la sposina, la madre, il tuo conforto, la gente più vicina. Or tu, che del coraggio sei stato sempre il figlio; che nell’infausta sorte, a Dio volgesti il ciglio, a Lui rivolgi or dunque, una fervente prece chiedendo in terra pace!

 

IL SONNO ETERNO

Là, su quel volto Dianzi trapassato, ecco che scende livido il rigore. Quelle sembianze sue Son tramutate, e, nel silenzio cupo, s’ode un grande gelo! Gelo che della morte stessa è alimentato; e, tal noi lo sentiam, dacché l’abisso che separa, i due stadi della vita, pur sì vicini, è buio senza fondo, e, il pensiero umano, anche se ratto, a conciliar le cose suda amar fatica, per ciò che vide e che constata poi, nel volger breve, d’uno spazio pur fuggente!

Tutto concorre a dare, in si’ tristi momenti, rilevanza alle cose, forse ch’usanza vuol cosi’ si mostri e celebri la festa della morte.

Ahimè quanta diversità C’è nelle cose: tu o estinto che nel volto raccogli tutto il sonno perduto e ti rifai, a chi d’intorno a te, con volto assente ti contempla, o si concentra in sè nel suo silenzio, lasci della morte un misto: di paura e anco di rispetto.

Ma, l’aureola c’avvolge Te, nel suo oblio, gelida provien da un mondo, a noi assai lontano; mondo lontano e strano, ma sì possente, se vincerci riesce, daccé rivelaci, con pochi suoi, funerei, magistrali tocchi, come le nostre umanità sien fatte.

 

NATALE SANTO VIENE IL NATALE

E il suo mister più grande, all’orbitar delle Comete Sante. Pace e speranza per l’uman consorzio, gioia dei bimbi, degli anziani tutti.

Natale Santo: sia la Tua parola accetta, all’imminenza del levar del mondo. Natale: festa che tutto il mondo avvolge, per l’attrazion universal sentita; speranza grande, che a ognuno addita: che l’uomo è santo, se meditar può tanto!

Sia per questo meraviglioso Avvento, la Pace Santa in su la terra intiera;

sia per Lui allontanato e,sempre, il tentator degli uomini mortali; e garantita al mondo, la Certezza Santa, che sol può opporsi all’infernale banda.