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Scuola d’estate: l’esperienza dell’istituto paritario John Dewey di Catania tra visite didattiche e attività tematiche

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Il progetto del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di aprire la scuola in estate in parte è già attivo mediante le iniziative di Grest e Summer camp che si realizzano in tante realtà scolastiche.

Si registra comunque una differenza tra il semplice Grest, spazio e tempo di intrattenimento, di gioco, di occupazione per i bambini, mentre i genitori lavorano, e il Summer camp cha assume una caratteristica di scuola estiva.

Nella maggioranza dei casi queste attività, sono volontarie, a carico delle famiglie con una spesa suppletiva, e vengono affidate ad operatori esterni alla scuola, eccellenti animatori di gruppi e di feste, i quali organizzano la giornata del grest estivo esclusivamente in maniera ludica, prevedendo anche alcune giornate a mare in spazi ben definiti nei lidi attrezzati.

Il caldo straordinario di questa estate è stato un aggravante alle molteplici attività in programma.

Lodevole, invece, l’esperienza di Summer Camp realizzata all’Istituto “John Dewey” di Catania, scuola primaria paritaria ad indirizzo internazionale presso la Fondazione Valdisavoia, tra gli orti della Facoltà di Agraria, nella collina verde di Cibali.

Sono stati gli stessi docenti della scuola a dare vitalità al progetto del Summer Camp e con saggezza pedagogica hanno intrecciato cultura e gioco, rendendo attivo il progetto didattico di John Dewey: imparare facendo.

Per le cinque settimane di fine giugno e luglio sono state programmate specifiche attività tematiche: il cielo, le stelle e l’universo; la terra, il mare, l’acqua e il fuoco; la preistoria e i dinosauri e gli uomini primitivi; le scoperte scientifiche e le invenzioni.

Tutte le attività sono state realizzare praticando la lingua inglese, spagnola e tedesca, anche per coinvolgere i bambini provenienti dalla Base Nato di Sigonella.

La visita didattica sull’Etna, l’attività di pet therapy con i cavalli, la proiezione di film, anche in lingua inglese, l’esercizio di giochi di memoria e di intelligenza e le molteplici attività sportive, realizzate anche nel vicino nuovo centro sportivo “City” hanno arricchito e reso dinamica l’attività, che ha prodotto un efficace apprendimento, in quanto ha rinforzato e ampliato le conoscenze acquisite e per alcuni è stato un esercizio di recupero di specifiche capacità di scrittura, lettura, comunicazione, disegno ed espressività.

L’attività è stata impostata come un viaggio e i bambini hanno ricevuto all’apertura un passaporto in bianco che è stato arricchito dai tanti bollini raccolti durante le diverse attività.

La premialità, l’emulazione, la competizione di gruppo hanno favorito e rinforzato il clima di socializzazione tra i piccoli, i quali hanno condiviso insieme anche il tempo non scolastico.

Al termine dell’attività il passaporto con tutti i bollini raccolti nelle diverse attività svolte, documenta il processo di crescita culturale, sociale, di creatività e di apertura mentale nel saper risolvere i problemi attivando il “learning by doing”.

Lo sviluppo delle intelligenze attraverso l’attività manuale e pratica avviene così in maniera armonica e in linea di continuità tra le attività scolastiche ordinarie e quelle estive.

Questo progetto è stato possibile realizzarlo perché si opera in una scuola pubblica paritaria, chiedendo ai genitori che ne hanno fatto richiesta un onere aggiuntivo alla retta e assegnando ai docenti un compenso straordinario, come pure al personale ausiliario che ha assicurato il servizio mensa.

Nella scuola pubblica statale le difficoltà organizzative sono molteplici. Non tutte le scuole sono attrezzate di aule climatizzate, di spazi esterni attrezzati per affrontare il caldo torrido della Sicilia e nella mentalità dei genitori la scuola termina a giugno. Non è da tutti comprendere che ogni esperienza di vita è occasione di apprendimento.

Come ha dichiarato il Ministro “Tenere impegnati i giovani in attività intelligenti, ben coordinate e aggregative vuol dire salvarli dalla noia, dalla strada, dai centri commerciali, dai social”.

L’esperienza raccontata dimostra che è possibile fare qualcosa in più anche per vincere la sfida della dispersione scolastica e per rendere la scuola, vera istituzione di servizio pubblico, a beneficio di tutti.