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Scuola, recupero e innovazioni: non più lezioni “a nero”

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La presa di posizione della Flc-Cgil sui corsi di recupero a pagamento che si vorrebbero attivare presso il liceo “Fermi” di Cosenza, interviene la stessa scuola per forrnire la propria versione dei fatti.
Pubblichiamo il testo integrale della nota che è pervenuta alla nostra redazione.

Il Consiglio d’Istituto del Liceo Scientifico “ Fermi “ di Cosenza ha accolto la proposta della Dirigente Scolastica prof.ssa Michela Bilotta di coinvolgere le famiglie nell’attivazione di interventi di sostegno, recupero e approfondimento, attraverso la loro partecipazione, del tutto volontaria, volta a dare impulso ad attività che solitamente vengono svolte privatamente con notevoli esborsi che pesano sui bilanci familiari molto più di quanto si pensi. La Dirigente Bilotta ha infatti ipotizzato un sistema trasparente di supporto all’apprendimento fondato sulle richieste, da parte delle stesse famiglie, di lezioni di recupero e sostegno, tenute in orario pomeridiano da docenti che abbiano manifestato tale disponibilità, espressamente indicati nella richiesta dei genitori; le famiglie corrisponderebbero alla scuola un contributo non oneroso, notevolmente al di sotto di quanto spenderebbero rivolgendosi privatamente a docenti della disciplina. In tal modo la scuola potrebbe attivare interventi capillari, duraturi e pertanto realmente efficaci per far fronte al problema degli insuccessi scolastici, piuttosto che confidare sugli ormai esigui ed irrilevanti fondi erogati dal Ministero, del tutto insufficienti per interventi di recupero realmente in grado di colmare quelle lacune che spesso inficiano il successo formativo dei nostri allievi.
D’altronde, le stesse fonti normative hanno previsto, come per la sanità, anche per il mondo della scuola, la contribuzione degli utenti; la partecipazione dei docenti all’iniziativa è ampiamente confortata dallo stesso Contratto Nazionale vigente che nell’art. 32 c. 1 recita: “ I docenti, in coerenza con gli obiettivi di ampliamento dell’offerta formativa delle singole istituzioni scolastiche, possono svolgere attività didattiche rivolte al pubblico anche di adulti, nella propria o in altra istituzione scolastica, in relazione alle esigenze formative provenienti dal territorio, con esclusione degli alunni delle proprie classi, per quanto riguarda le materie di insegnamento comprese nel curriculum scolastico e per attività di recupero.”
Invitando i docenti allo svolgimento di lezioni suppletive nella stessa istituzione scolastica, nella direzione della valorizzazione della professionalità docente, lo svolgimento delle attività intra moenia, lungi dal voler conferire agli interventi un’ impostazione “selettiva e classista”, si pone l’obiettivo di orientare il servizio alle istanze degli allievi, attraverso una scelta delle famiglie che non può che intendersi come partecipazione alla vita della comunità scolastica.
La salvaguardia dell’impostazione “pubblicistica” dell’iniziativa è inoltre garantita dalla possibilità di intervento economico da parte della scuola, attraverso i fondi disponibili, per gli allievi per i quali le attività di recupero si rendono indispensabili ma le cui famiglie non possono far fronte alle spese richieste; sarà così scongiurato qualsiasi “trattamento agevolato” e garantita la creazione di pari opportunità per gli studenti.
L’auspicio più grande è che l’iniziativa trovi il riscontro della popolazione scolastica, al di là delle interpretazioni mistificatorie da parte di alcune sigle sindacali, che in questi giorni, ancor prima che venisse comunicata ufficialmente l’iniziativa, si sono già profuse in comunicati stampa denigratori ma che fortunatamente non fanno recedere il Liceo Fermi dall’intento di rispondere alle istanze degli allievi e delle famiglie, non più lasciate da sole a gestire il problema dell’insuccesso scolastico, alla ricerca di lezioni impartite privatamente, in modo sommerso, prassi che richiama l’immagine obsoleta della scuola del passato, immobile ed incapace di far fronte alle esigenze dell’utenza.