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Scuola senza voti. Valutazione alunni: la scala DAIE (Demotivato, Attento, Interessato, Esperto), ecco di che si tratta

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La scuola senza voti numerici piace sempre di più. E non è un approccio docimologico legato esclusivamente alla scuola primaria, ma una tendenza che si sta affermando anche alla scuola secondaria, per rendere effettiva la cosiddetta valutazione formativa, spesso tralasciata in favore di una valutazione sommativa. Ma una scuola che metta al centro lo studente non si limita a valutare in modo diverso ma a progettare tutta la didattica in modo diverso, a partire dai talenti di ciascuno.

Una recente sperimentazione è partita nei giorni scorsi in due classi di scuola media dell’Istituto “Ascanio Grandi” e in una classe di 1° superiore dell’Istituto “Galilei-Costa-Scarambone” di Lecce. Si tratta di un progetto di “Scuola Studente-Centrica”, che vede al centro del percorso educativo ogni singola studentessa e ogni singolo studente, con le proprie passioni, talenti e aspirazioni. Avrà la durata di tre anni scolastici ma i risultati saranno monitorati costantemente. Le classi scelte per la sperimentazione sono la 1°D e la 1°G per l’Ascanio Grandi e la 1°B AFM della sede “Costa”. A dare il via alla sperimentazione sono stati i tre Consigli di Classe, composti da tutti i docenti e dalle Dirigenti delle due scuole Maria Rosaria Manca e Gabriella Margiotta.

In sintesi .- leggiamo sul comunicato inviatoci dai responsabili della ricerca-azione – “la sperimentazione consiste nell’introduzione di due nuove e originali tecniche che mirano, da un lato, al miglioramento individuale di ogni studente in ogni disciplina e, dall’altro, all’individuazione di passioni e talenti personali e successiva crescita in tali ambiti. L’obiettivo finale è quello di offrire agli alunni una scuola attenta ai bisogni e ai sogni di ciascuno, fornendo anche la possibilità di acquisire competenze trasversali e percorsi utili ad un più consapevole e approfondito orientamento“.

La scala Daie

La prima tecnica sperimentale introdotta prende il nome di Scala DAIE – ci spiegano – e consiste nell’applicazione di strumenti e metodi per far crescere ogni singolo alunno in una scala di stati contraddistinti dalle lettere “D” (demotivato), “A” (attento), “I” (interessato) e, infine, “E” (esperto). Ad esempio, se a inizio anno ci sono 3 alunni che si dichiarano (o risultano) nello stato di “Demotivato” in una qualsiasi materia, il docente interessato concentrerà parte della sua attenzione a far sì che possano crescere e passare nello stato di “Attento”. Lo stesso vale per chi è nello stato di “Attento”, si cercherà di renderlo “Interessato”. La novità è lo stato di “Esperto”, ossia anche chi è già particolarmente bravo in una determinata disciplina sarà spronato e aiutato a correre più veloce e più lontano, non avrà bisogno di lezioni particolareggiate ma semplicemente di indicazioni sui percorsi da intraprendere e piccoli aiuti per superare eventuali intoppi.

Si cresce

La seconda tecnica prende il nome di S-I-CRESCE (dove la S sta per Stimoli e la I per Interessi) e vede la scuola impegnata in tre diverse funzioni: Atelier di StimoliOsservatorio di Interessi e Palestra di Crescita individuale. Nei tre anni di applicazione della sperimentazione saranno invitati in classe protagonisti, imprenditori, startupper ed esperti in un gran numero di ambiti (cultura, tecnologia, moda, agroalimentare, turismo, sport, etc.), i quali racconteranno ai ragazzi i loro “mondi”, le loro storie personali, i successi, ma anche le sconfitte ed i fallimenti, fornendo loro un’infinità di stimoli. Queste testimonianze sono utili sia per allargare le visioni e le conoscenze degli alunni che per permettere al corpo docente di scorgere quella particolare luce nei loro occhi ogni qualvolta si accende il loro interesse. La scoperta di quell’interesse è poi il punto di partenza per la scuola per mettere a disposizione, come una palestra, strumenti e coach in grado di far crescere ogni singolo studente in quel particolare ambito.

Ad accompagnare e ad affiancare tutto il percorso della sperimentazione, sarà anche una pratica didattica già fortemente e da diversi anni applicata dalla scuola leccese, ossia l’Educazione all’Imprenditorialità. Anche gli alunni di queste classi parteciperanno all’ideazione e implementazione di una startup innovativa.

In qualità di “sperimentazione”, non ci sono risultati certi, mentre di certo c’è che ogni passaggio sarà monitorato e studiato, al fine di confermare o modificare in itinere i processi.