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Scuole aperte d’estate? No, tutti i pomeriggi dell’anno

Aprire le scuole al territorio, trasformandole tutti i giorni in luoghi di aggregazione per tutti è uno di quei sogni che ciclicamente tornano in auge. Non solo in estate, quando il Ministro di turno si rende conto che le vacanze sono forse troppo lunghe. Stavolta ad alimentare il progetto “impossibile” sono un gruppo di assessori comunali, di varie città, che testimoniano la sua fattibilità. A patto, però, che sia legato al sostegno finanziario degli enti locali. E non solo: serve anche il supporto dell’associazionismo, dei privati e degli sponsor. Ed in certi casi degli stessi cittadini che si auto-sovvenzionano.

Il modello è Milano, ”il primo Comune in Italia ad aprire un ufficio Scuole Aperte”, ha dichiarato all’Ansa Chiara Bisconti, assessore comunale al Benessere, in occasione della presentazione del progetto. In questo periodo, alla scuola milanese Cadorna le porte sono già aperte dalle ore 7,00 alle ore 18.30 per corsi e un mercato a chilometro zero. A disposizione anche servizi di baby sitting e assistenza gratuita per i compiti, oltre a un campus estivo. L’esperienza milanese non è l’unica in Italia. E le attività proseguono anche per il resto dell’anno, ovviamente sempre dopo che suona l’ultima campanella.

C’è, per esempio, l’istituto Di Donato di Roma, aperto ai cittadini da ben dieci anni. C’è l’istituto Fermi di Mantova, che ha visto nascere al suo interno un’associazione no-profit per la gestione dei contributi volontari (circa 200 euro ad alunno). E ancora, nel Piacentino, l’istituto di Cadeo e Pontenure, che ha aperto la biblioteca alla popolazione e ha avviato attività di raccolta fondi e scuola digitale. In autunno potrebbe toccare anche a Firenze, dove è in programma il Forum nazionale scuole aperte.

L’obiettivo, per tutte queste realtà, è sempre lo stesso: rafforzare il legame tra gli istituti scolastici e il territorio. Dopo le lezioni, cortili e aule si trasformano in luoghi di attività e incontro per cittadini, associazioni e imprese creative. Certo, occorre il sostegno, non solo morale dei municipi. E non solo. Un sostegno su cui non tutte le realtà, purtroppo, possono contare. E questo non è proprio un particolare…

Alessandro Giuliani

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