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Scuole paritarie in crisi ma dal decreto Sostegni bis neanche un euro. Pd, Iv e Fi: aiutiamole, non sono diplomifici

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Per le scuole paritarie non c’è nemmeno un euro dei 500 milioni stanziati nel decreto Sostegni bis. Eppure quei soldi servono per la riapertura delle scuole a settembre: quella che migliaia di istituti paritari, a corto di fondi, rischiano di non realizzare. Della mancata attenzione per queste scuole si sono lamentati molti addetti ai lavori. Gli stessi che lo scorso anno avevano prospettato la “bancarotta”, poiché l’emergenza Covid-19 aveva prodotto la sospensione delle rette d’iscrizione e di altri servizi da parte delle famiglie degli alunni iscritti.

Nel 2020, alla fine, i fondi arrivarono. E molte scuole paritarie, in perenne crisi di iscrizioni, acuita dalla pandemia, riuscirono a salvarsi. E stavolta? Francamente, non sappiamo se alla fine i finanziamenti arriveranno ancora.

Pd: servono 40 milioni

Il Partito democratico ha già fatto sapere, con una nota congiunta di Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo Pd in commissione Cultura, e Flavia Piccoli Nardelli, dell’Ufficio di presidenza del Gruppo Pd alla Camera, che sta lavorando “perché nel decreto Sostegni ci siano le risorse adeguate, sia per la scuola pubblica che per quella paritaria”.

Il Pd propone quindi “di recuperare nel decreto Sostegni quanto previsto nell’emendamento presentato al Senato in favore delle scuole paritarie per un importo pari a 40 milioni per ristabilire un equilibrio a favore di tutto il sistema scolastico nazionale”.

Toccafondi (Iv): il governo intervenga

Anche Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, è tornato alla carica per lo stesso motivo: “Nel contesto della giusta attenzione dedicata dal governo Draghi alla scuola, troviamo una grave mancanza l’assenza all’interno del decreto Sostegni di risorse da destinare agli istituti paritari”, ha fatto sapere il renziano.

Secondo Toccafondi è importante “che si creda in tutti i ragazzi e nel sistema nazionale di istruzione nella sua interezza”.

Il deputato fiorentino spiega che la sua non è una difesa a prescindere delle scuole paritarie: rimangono necessari, sostiene, “i controlli e le verifiche perché nessuno vuol difendere i ‘diplomifici’”. Anzi, aggiunge che “negli ultimi decenni l’unico governo che ha esercitato un’azione di controllo e verifica veri sulle paritarie è stato il governo Renzi”.

Tuttavia, “oltre alle verifiche queste scuole hanno bisogno di sostegni, anche economici. Ci auguriamo per questo che il governo si ricordi delle difficoltà attraversate dal sistema paritario già a partire dal testo che uscirà dal Consiglio dei ministri”, conclude Toccafondi.

Anche il centro-destra in soccorso

Anche i partiti del centro-destra ritengono corretto questo ragionamento.

Oltre alla Lega, che è sempre stata sensibile alla richiesta di sostegno per salvare le paritarie, si è fatta sentire pure Forza Italia, che nell’ultimo giorno ha chiesto di andare in soccorso delle scuole paritarie e di creare un fondo ad hoc per i parchi tematici.

Sul provvedimento c’è ora da capire se il Movimento 5 stelle confermerà il suo ostracismo. Di sicuro, nelle scorse settimane hanno espresso il loro ‘no’ agli aiuti agli istituti paritari i deputati di ‘Alternativa c’è’ Granato, Angrisani e Corrado.

Quante sono

Ricordiamo che la realtà della scuola paritaria conta in Italia meno di 900.000 alunni, circa 180.000 tra docenti e operatori scolastici, tra le 11.000 e le 12.000 sedi scolastiche distribuite su tutto il territorio nazionale.

Va anche ricordato che soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria, gli istituti paritari, in alta percentuale cattolici, permettono di coprire il servizio scolastico con spese per lo Stato decisamente inferiori rispetto a quelle che invece dovrebbe sostenere qualora si attivassero in scuole statali.

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