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Se a scuola arriva il “Diversity Prof?” Una occasione in più di crescita

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All’istituto tecnico industriale e liceo scientifico “Alessandro Volta” di Alessandria la preside, Maria Elena Dealessi, ha istituito la figura del “referente sulla diversità e l’inclusione” (D&I) per le 62 classi che ospitano gli oltre 1300 alunni.

Una scuola all’avanguardia, come dice la dirigente alla Stampa: più di 150 insegnanti con particolare attenzione alla logistica, alla costruzione di mezzi aerei ma pure dotata di una compagnia teatrale, mentre negli orari pomeridiani le classi si mescolano per la peer education, l’educazione tra pari, dove i più grandi aiutano i piccoli. Inoltre, spiega, sono stati implementati referenti specifici contro il bullismo, o con bisogni educativi speciali (BES) e per l’inclusione.

Ma il suo orgoglio sembra essere  il referente D&I, un prof noto tra i giovani per il suo seguito sui social, con oltre 100 mila follower su Instagram e il triplo su TikTok e che ha assunto il ruolo di “Diversity Prof”, col compito di aiutare a “raccogliere dinamiche e atteggiamenti su cui vale la pena riflettere un po’ di più”.

In altri termini, col prof , dichiaratamente “diverso”, la preside  non vuole assolutamente fare “propaganda gender”, come è stata accusata, ma coinvolgere sempre di più gli studenti come alleati di una consapevolezza che talvolta sfugge. 

Dichiara infatti alla Stampa: “Sono madre e ho figli adolescenti, ma i genitori hanno bisogno di capire che la diversità rappresenta una ricchezza” e allora il “Diversity Prof”  è importante affinché  gli studenti sappiano che “la loro scuola intende consolidare la propria vocazione inclusiva. Il percorso lo sto scoprendo ogni giorno”, perché non esiste ancora la figura del referente sulla diversità e l’inclusione, mentre esistono  coloro che si occupano di bisogni speciali educativi e inclusione, dunque, precisa “vorrei essere portatore di una cultura del rispetto della diversità che non sia patologizzante”.

In ogni caso il “Diversity prof”  avrebbe iniziato  a inserire messaggi di apertura a tutte le differenze affettive e sessuali e dunque precisa: “Questo è un anno che potrei definire “di prova”, in cui cerco di sfruttare ogni input e occasione per essere di aiuto a studenti, colleghi e genitori. La mia missione è essere a disposizione della comunità scolastica in questo rinnovato cammino di consapevolezza”.

E dunque giornate dedicate alla tematica della diversità e dell’inclusione secondo un calendario che sarà reso noto anche dalla Stampa e che non ha nulla a che vedere con la propaganda gender: “Coloro che nutrono queste paure non hanno mai preso parte alle dinamiche di classe o mai ascoltato direttamente gli studenti. Sulle tematiche legate alla Diversity, è compito della nostra generazione più anziana adeguarsi. Siamo noi adulti che, forse a causa della nostra limitata conoscenza, nutriamo timori inutili”.