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Se la violenza è diffusa…

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Se è violenza è diffusa, se è aggressività di sistema e non semplice cronaca accidentale, ciò significa che il fenomeno non è solo sociale ma più profondo. Culturale. E’ in crisi uno dei capisaldi su cui poggia la civiltà classico-cristiana: il concetto di persona. Il Cristianesimo aveva fondato il valore concettuale della persona sulla sua specularità con Dio. Questa somiglianza ha proiettato sull’essere umano un’aureola di luce che ha generato il concetto – culturale e giuridico – di “persona”. Esso costituisce la più importante eredità ricevuta dal mondo antico. La realtà costitutiva dell’identità umana, sostiene il teologo Martin Buber, è infatti la relazione Io – Tu, simbolo dell’incontro con l’altro e con l’Altro per eccellenza che è Dio.

Del resto, se sono consapevole di essere amato da Dio, di essere unico ai suoi occhi, di avere un valore eterno, di essere destinato ad una vita di qualità immensamente superiore dopo la morte … ecco, allora, sorgere in me il desiderio di rendere la mia esistenza più dignitosa, d’impegnarmi nella realizzazione di una società ordinata e giusta. La tensione al progresso è legata all’ottimismo e l’ottimismo nasce dalla fede. Infatti, sostiene Benedetto XVI, “Solo quando il futuro è certo come realtà positiva,diventa vivibile anche ilpresente”. Giustamente Emmanuel Kant afferma che “Il Vangelo è la fonte da cui è scaturita la nostra cultura”.

Il Cristianesimo ha costruito la civiltà occidentale, ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare, nota Federico Chabod. “Il Cristianesimo – scrive Benedetto Croce – è stata la più grande rivoluzione che l’umanità abbia compiuta”. Le tre verità giacobine, libertà, uguaglianza, fraternità, secondo Maritain, sono verità originariamente cristiane, seminate nei solchi della storia fin dall’epoca apostolica ed esplose, in modo rivoluzionario nel tempo della loro piena maturazione. Ma l’aureola dell’uomo, oggi, si è offuscata nella misura in cui è entrata in crisi l’idea di Dio. Il moltiplicarsi di crimini contro l’uomo mostra proprio la misteriosa correlazione che intercorre fra l’eclissi dell’idea di Dio e la caduta del senso del valore della persona. Senza la relazione con Dio, l’uomo perde anche la relazione con se stesso e col mondo. Ecco allora che la crisi di Dio coincide con la crisi dell’uomo e con la scomparsa del senso della vita. Quando l’ambiente sociale si deteriora, quando, ogni giorno, siamo bombardati dalla cronaca negativa (omicidi dovuti a passione, a crudeltà, a insensibilità, a superficialità, a follia …), a farne le spese è l’ottimismo, la fiducia nell’umanità, la motivazione a pianificare il futuro. Senza valori, di fronte a esperienze-limite, quali la malattia invalidante, la disgrazia, la vecchiaia, la morte, la stessa esistenza dei singoli diventa insostenibile. Senza un nuovo codice valoriale, gli uomini riverseranno, gli uni sugli altri, la violenza che a loro volta hanno ricevuto. Quale?

La più radicale che possa esserci: Quella di non riuscire a dare un senso globale alla vita.