Se le famiglie non pagano la mensa ci pensano i sindaci di “ferro”: basta pasti gratuiti

Anche quest’anno le cronache del media si sono riempite dei fatti riguardanti un’amministrazione comunale del Nord che ha deciso di prendere di “petto” le famiglie morose a causa di diversi mancati pagamenti della mensa scolastica. Dopo alcuni Comuni veneti leghisti, ma soprattutto quello di Adro, in provincia di Brescia, stavolta è toccato alla giunta mista Lega-Pdl di Somma Lombardo, nel varesotto. Dove sindaco e assessori, dopo che le mancate quote hanno raggiunto i 20mila euro, hanno detto basta. “Abbiamo cercato di andare incontro alle famiglieha detto il sindaco Guido Pietro Colombo – , abbiamo offerto loro l’aiuto anche per coprire il 100 per cento della retta. Ma quando abbiamo visto i figli delle famiglie morose presentarsi a scuola quotidianamente con le figurine o con il cellulare, anche alle elementari, abbiamo capito che non era il caso di andare oltre”.
Così, il Comune ha deciso di inviare più di 500 lettere di sollecito. A seguito delle quali ha constatato che solo una parte delle famiglie morose aveva sanato o intenzione di sanare i propri debiti. Allora è passato alla decisione radicale. Solo che a differenza delle altre amministrazioni, quella di Somma Lombardo non “punirà” solo gli alunni, ma anche le loro famiglie. Che dal 1° febbraio sono state chiamate a venire a scuola (primaria e secondaria di primo grado) tutti i giorni all’ora di pranzo, prelevare i loro figli, portarli a casa per il pranzo e ritornare a scuola in corrispondenza della ripresa pomeridiana delle lezioni.
La decisione, che risparmierà i bimbi dell’infanzia, basterà a convincere i morosi a sanare i debiti e pagare regolarmente il “buono” pasto giornaliero di quasi 5 euro al giorno? Francamente è difficile che l’atto di forza riesca a convincere tutti. Soprattutto quelli indigenti. Il sindaco però ha le idee chiare: appurato che i mancati pagamenti siano legati a difficoltà oggettive, “interverrà Equitalia”.
Alessandro Giuliani

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