Sui contagi scuola continuano a giungere dati difformi. Da una parte c’è il ministero dell’Istruzione, che la scorsa settimana aveva indicato appena il 6% delle classi in DaD e venerdì 28 gennaio ha ribadito che oltre l’80% delle studentesse e degli studenti, anche nella seconda settimana dopo il rientro dalla pausa festiva, ha frequentato la scuola in presenza, con il ministro Patrizio Bianchi soddisfatto per la “bontà delle scelte fatte”. Dall’altra parte, però, ci sono i presidi, che denunciano una situazione di difficoltà oggettiva delle scuole con “pochissime classi completamente in presenza“. L’Anp ha realizzato anche un sondaggio, con 1.300 presidi che hanno risposto, dal quale risolta che una classe su tre (il 32%) risulta in DaD nella scuola dell’infanzia e una su quattro (il 23%) alla scuola primaria, mentre alle medie e alle superiori la percentuale di Dad scende al 9%, dove però è tre volte tanto (il 29%) la percentuale di classi che si ritrova in didattica digitale integrata, per un totale di 38% di classi dove si fa lezioni non proprio in modo canonico.
Sabato 28 gennaio sono stati resi pubblici ancora altri dati. Stavolta, a divulgarli è stato l’Istituto superiore di sanità: ebbene, da un report sulla sorveglianza integrata che accompagna il monitoraggio nazionale, risulta che la percentuale dei casi segnalati nella popolazione di età scolare è passata in una settimana dal 24% al 30%, con l’incremento maggiore tra i bimbi fino a 9 anni.
Nell’ultima settimana, scrive l’Iss nel report, il 18% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 44% nella fascia d’età 5-11 anni, il 38% nella fascia 12-19 anni.
“La fascia 10-19 anni continua a registrare il più alto tasso di incidenza a 14 giorni, pari a 5.449 casi per 100.000 abitanti, mentre la fascia d’età con incremento maggiore è quella 0-9 anni“.
Secondo lo stesso Istituto superiore di sanità, l’incremento è “verosimilmente a causa della maggiore attività di screening effettuata all’interno delle strutture scolastiche”.
In assoluto, aumentano infatti i casi diagnosticati per 100mila abitanti nella fascia 5-11 anni e nei bambini sotto i 5 anni di età.
Dal Governo, intanto, giunge la notizia che a poco più di un mese dal disco verde delle autorità sanitarie, oltre un milione di bambini tra i 5 e gli 11 anni ha fatto almeno la prima dose di vaccino contro il Covid-19: si tratta del 30 per cento degli oltre 3,6 milioni bambini appartenenti a questa fascia di età.
Decisamente maggiore è il numero di vaccinati tra i 12 e i 19 anni: sono 3,7 milioni di ragazzi ad esseri fatti somministrare una dose di vaccino anti Covid-19, che corrisponde all’80 per cento abbondante degli oltre 4,6 milioni complessivi.
Tra i 5 e i 19 anni, ci sono invece 2 milioni e 757mila giovani che non hanno fatto nemmeno una dose: 2.213.756 tra i 5 e gli 11 anni e 543.737 tra i 12 e i 19 anni.
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