La battaglia contro l’infibulazione è difficile e deve necessariamente essere combattuta a partire dalle aule scolastiche. Ne sono convinti Ibrahima Diop e Bâ Fatoumata Bèye, autrici di uno studio su questa ancestrale pratica contro la quale negli ultimi anni sempre più voci si levano, non solo a occidente, a deplorarne la violenza e la barbarie.
La ricerca, recentemente pubblicata sul quotidiano Le Soleil di Dakar, rivela che l’infibulazione rappresenta un dato culturale solidamente ancorato nella coscienza collettiva e che occorrerà del tempo per sradicarla definitivamente dal tessuto socio-culturale senegalese.
Tuttavia – e questa è la notizia significativa che giustifica un certo ottimismo – la maggioranza degli studenti si é dichiarata contraria alla pratica dell’infibulazione. Certo, i giovanissimi hanno ancora troppa paura di opporsi ai genitori e il timore di ritorsioni ha un effetto frenante su ogni ventata di resistenza e di rivolta.
E’ proprio per questo che le due ricercatrici suggeriscono di integrare la lotta contro l’infibulazione nei programmi scolastici. Le nuove generazioni sono, infatti, sufficientemente convinte della barbarie di questa pratica ma hanno bisogno di sostegno e incoraggiamento da parte dell’istituzione scolastica per ribellarsi contro quello che viene definito un vero e proprio abominio perpetrato nei confronti delle bambine.
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