I lettori ci scrivono

Siamo in emergenza educativa, si torni a scuola al più presto senza se e senza ma!

Alla cortese attenzione della redazione della rivista Tecnica della scuola,
sono Don Scribani, sacerdote che già si era rivolto alla vostra testata per esprimere il proprio parere sul concorso per l’insegnamento della Religione Cattolica nella scuola pubblica italiana.

In quest’occasione, invece, desidero esprimere la mia più sentita preoccupazione per quanto riguarda il ritorno a scuola.

I nostri ragazzi, il nostro bene più grande, soprattutto riferendomi ad una fascia d’età “delicata” come quella propria delle superiori (quindi gli adolescenti di 14 e più anni) non frequentano la scuola da mesi. Mi giungono numerose segnalazioni di genitori e altri sacerdoti preoccupati che mi dicono che molti di questi studenti sono in giro, di mattina e pomeriggio, a bighellonare per strada o nei grandi centri commerciali, spesso senza rispettare distanze di sicurezza e precauzioni necessarie al contenimento del virus.

Pertanto noi sacerdoti di concerto con la totalità dei genitori interpellati, consideriamo la data dell’11 gennaio come fondamentale per il ritorno a scuola: questi studenti stanno perdendo moltissime lezioni e sicuramente sarebbero meno esposti al virus se si trovassero in presenza a scuola, dove sarebbero obbligati a seguire le minuziose regole che lì vengono fatte rispettare.

Chiedo ai docenti quindi di non lamentarsi a priori dinnanzi al rientro e di mettere per una volta gli interessi dei ragazzi davanti ai propri comodi (leggasi il “lavoro” dal divano di casa), soprattutto quando ben pagati dal Ministero con uno stipendio assicurato, che lavorino o meno.

Non bisogna infatti sottovalutare come un’ulteriore proroga della sospensione delle attività in presenza, renderebbe ancora più difficile e problematica l’apprendimento per quegli alunni in difficoltà che in questo modo andrebbero incontro ad un inesorabile insuccesso alla fine dell’anno.
Vogliamo dare tendere una mano ai nostri ragazzi od abbandonarli al proprio destino?

Io stesso sto progettando di svolgere il mio corso di catechismo anche in orario serale, in modo da poter aiutare più ragazzi possibili: facciamo tutti uno sforzo, docenti in primis!

Grazie
Don Scribani

I lettori ci scrivono

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