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Sindacati stanchi del Governo, Landini: non ci ascolta, si va verso lo sciopero generale. Ma non ora

Per quanto possa dare fastidio al Governo gialloverde, cresce il malcontento dei sindacati per il suo operato. E anche la possibilità che si arrivi allo sciopero generale. Una settimana fa a minacciarlo erano stati i sindacati unitari dei pensionati; ora è il leader della Cgil Maurizio Landini.

“Senza cambiamenti, pronti a fermarci”

Parlando alla Repubblica delle Idee di Bologna, Landini ha detto che lo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil è una possibilità che sarà valutata con attenzione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Facendo così intendere che se lo stop ci sarà, comunque, dopo l’estate.

“Il Governo non ci sta ascoltando – ha detto Landini – se non ci ascolta non escludiamo nulla, ma di sicuro queste cose le decideremo insieme a Cisl e Uil e si valuterà il momento opportuno, se necessario. Se il Governo cambia linea e accetta di discutere noi siamo pronti a fare il nostro mestiere, se questi cambiamenti non ci sono, siamo pronti. Noi abbiamo proposte su tutto: fisco, investimenti, scuole. Noi vogliamo portare a casa dei risultati per le persone che rappresentiamo”.

Le tre questioni decisive

A livello lavorativo, sono almeno tre, al momento, i punti che, a seconda dell’andamento, potrebbero indurre i sindacati a proclamare lo sciopero:

l’iter del disegno di legge sulla regionalizzazione, al quale la Lega tiene tantissimo e che sulla scuola avrebbe effetti pesanti;

la partita del rinnovo dei contratti e quindi degli aumenti di stipendio, a partire da quelli pubblici, per la quale ci sono tanti buoni intenti da parte dello stesso Governo , anche se poi nel Def della prossima legge di Bilancio non risultano economie accantonate per questo scopo;

l’impostazione della prossima legge di Stabilità, che dovrebbe contenere maggiori attenzioni per i lavoratori e le famiglie, quindi anche al fisco, ma sulla quale continua a pendere la spada di Damocle tenuta in mano da Bruxelles, che manda moniti anche sui docenti pagati poco, le cui avvisaglie si cominceranno ad avere all’inizio del prossimo autunno.

Alessandro Giuliani

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