Le difficoltà sulle assunzioni di insegnanti di questi giorni ripropongono il tema del reclutamento. Del resto, i concorsi non garantiscono l’immissione in ruolo di un numero di docenti sufficiente, con circa la metà dei posti del contingente quest’anno non portati a termine. E anche le supplenze non sono di facile gestione, soprattutto per alcune discipline e per il sostegno ai disabili, tanto che i presidi si trascinano il problema a volte per mesi. Il sondaggio della Tecnica della Scuola raccoglie i pareri dei lettori sulla possibilità di assumere mediante chiamata diretta dei presidi.
Sull’argomento di recente si è espresso Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.
In un’intervista a InBlu2000, il numero uno Anp ha detto che “nessun concorso in Italia è mai riuscito garantire l’assunzione di 30mila persone all’anno, quante ne servirebbero nel sistema scuola”.
In precedenza, alla Tecnica della Scuola lo stesso Giannelli aveva detto che l’unica soluzione che può reggere nel tempo è quella di trasformare le scuole in centri assunzionali. Si può considerare una sorta di concorso di scuola, per cui si può porre un limite al numero di domande che possono essere soddisfatte da ogni scuola e ogni scuola va avanti”.
Di parere opposto Rino Di Meglio, coordinatore di Gilda insegnanti: “Il problema non è se il sistema dei concorsi basta o meno a coprire il fabbisogno di insegnanti – ha detto il sindacalista a capo della Gilda – quanto l’incapacità dell’amministrazione centrale di gestire la complessa e farraginosa procedura concorsuale, che va assolutamente snellita, e la mancanza dei fondi necessari. Ricordiamo che per nove anni abbiamo subìto il blocco dei concorsi proprio perché mancavano le risorse economiche“.
E i nostri lettori cosa pensano? Sono d’accordo con Anp oppure con la Gilda degli isnegnanti?
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