Spending review, problem solving; le italianissime forbici affilate…

Ammettiamolo, l’inglese ci ha preso la mano, ma, è più veritiero, invece, dire, che già italianissime forbici erano affilate. Naturalmente c’era da aspettarselo, che un intervento sulla spesa pubblica avrebbe comportato dei tagli lo si sapeva, il problema era dove. Sulla spesa delle siringhe e non sugli infermieri, come dice qualcuno, o, con tagli lineari, come è stato fatto in passato, laddove è più facile colpire, o, individuando con cura gli sprechi.

Certo la scuola sembrava poco coinvolta, ma d’altra parte ormai era al lumicino, dopo vent’anni di continue riduzioni d’organico, sempre superiori alla riduzione delle nascite e delle iscrizioni, e soprattutto dopo gli sciagurati tagli di questi ultimi tre anni, i 600 mila insegnanti e i 200 mila ATA, che costituiscono l’attuale organico, rendono ormai lontano il ricordo di quell’organico che sfiorava il milione e duecentomila addetti. Eppure gratta gratta ancora qualcosa, e non poco, viene tolto, esoneri e comp ensi per i collaboratori del dirigente e le funzioni superiori e, tanto per confermare che piove sempre sul bagnato.

Allo stesso modo i tagli alla ricerca, all’indomani della scoperta del bosone di Higgse del ruolo dei ricercatori italiani in questa scoperta destano scandalo.

Se a questo si aggiungono i tagli a sanità e servizi pubblici si può ben capire perché i segretari confederali e delle categorie del pubblico impiego e dell’istruzione riappaiono. Incontri con i sindacati fatti solo sulle parole, senza nessuna documentazione, con l’intenzione di considerare le relazioni sindacali solo il momento per una informazione di massima, non la sede di un confronto con organizzazioni che, certo, rappresentano interessi di una parte in causa, i lavoratori.

Diciamo per parafrasare Gino Paoli che è stato un semplice incontro di quattro amici al bar, e poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar o forse non c’incontreremo mai ognuno a rincorrere i suoi guai, i guai sono stati tutti elargiti al personale ATA. Meri incontri fatti di parole con il signor Faraone, siculo di nascita dell’antica schiatta dei periti chimici.

Eppure, il pranzo, più che l’aperitivo, era stato servito, art. 15, comma 1 legge 128/2013, in cui era stato invece definito un piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e ATA, per gli anni 2014-2016, tenuto conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno, delle relative cessazioni del predetto personale, oppure l’applicazione della direttiva 1999/70/CE, relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato del personale ATA, motivata da esigenze imprescindibili di erogazione del servizio scolastico e compensata da un piano di immissioni in ruolo. Evidentemente gli astanti hanno ignorato il menù, e, la pappa già scodellata.

I lettori ci scrivono

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