Home I lettori ci scrivono Speriamo che la commissione d’esperti non indossi il paraocchi

Speriamo che la commissione d’esperti non indossi il paraocchi

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Molti sono i nodi problematici che deve superare il comitato d’esperti, insediatosi il 23 aprile, per migliorare il sistema d’istruzione.

Tra questi ne spicca uno per rilevanza: la miopia gestionale.

La saggezza orientale compendia la situazione ricordando che “L’albero nasconde la foresta”.

La progettazione formativa e quella educativa sono offuscate dall’insegnamento.

Nella scuola la cultura sistemica è assente. Le convocazioni degli organismi collegiali non hanno mai contemplato le problematiche su cui si fonda la loro esistenza.

[CFR in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole”].

Le competenze generali sono offuscate da quelle specifiche.

I libri di testo e le prestazioni disciplinari forniscono la trama della vita delle classi.

Le competenze generali, abbozzate nel documento triennale di pianificazione, rimangono lettera morta.

[CFR legge 53/2003 art. 2 comma 1 lettera a); la casistica riportata nei regolamenti di riordino del 2010].

Le capacità sono offuscate dalle abilità.

Il rapporto tra capacità e abilità è del tutto analogo a quello che intercorre tra le rette e i punti di cui si sostanziano.

Ecco un sottoinsieme di capacità: Analizzare   Applicare  Argomentare/Giustificare   Comunicare  Comprendere    Decidere/Scegliere  Generalizzare   Interpretare    Memorizzare    Modellare    Progettare   Relativizzare   Riconoscere    Ristrutturare   Sintetizzare    Sistematizzare   Trasferire   Valutare.

Nelle comunicazioni ministeriali e in quelle scolastiche il termine abilità la fa da padrone.  [CFR in rete “Competenze: poche idee ben confuse”; “Competenza: un concetto multiforme”].

Il digitale ha offuscato la cultura informatica.

Il rapporto esistente tra informatica e digitale è del tutto simile a quello che intercorre tra l’architetto e il muratore.

[CFR in rete “La scuola regredisce. Dal piano nazionale dell’informatica al Piano nazionale scuola digitale”].

Enrico Maranzana