82 stipendi, per un importo complessivo di 143.650,13 euro, senza entrare in classe. Un disguido, con l’errato inserimento del suo nome nell’elenco sbagliato.
Originaria di Palermo, la docente nel 2004 ebbe una supplenza negli istituti “Don Calogero Di Vincenti” di Bisacquino e “Don Colletto” di Corleone, ma quando terminò l’incarico invece di essere depennata, come è regola, dalla lista delle persone da pagare, continuò a ricevere l’accredito dello stipendio.
Quando poi la donna è entrata in servizio come maestra di ruolo, a Grosseto, si è autodenunciata, ma dopo avere fatto sparire il soldi: i suoi conti sono stati infatti progressivamente prosciugati, nel luglio dell’anno scorso.
La docente ha spiegato di non essersene mai accorta, perché il conto su cui riceveva il denaro era cointestato con il marito, che ne avrebbe avuto una gestione piena ed esclusiva.
Nemmeno l’uomo si sarebbe mai accorto di nulla. Ora però rischiano anche i dirigenti dell’istituto di Bisacquino e gli altri dirigenti e impiegati del ministero, che non si sono mai accorti di nulla. Per sette anni.
Per cercare di recuperare i soldi che la maestra avrebbe percepito indebitamente, la Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo “per equivalente” di alcuni immobili di proprieta’ della stessa ex precaria.
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