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Storia di un precario (per nove anni lontano dalla famiglia), costretto a sperare ogni estate nell’algoritmo

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Ho sperato che quest’anno l’algoritmo mi venisse incontro (personificazione), ma anche quest’anno, pur avendo un punteggio alto ed essendo il 20esimo mi ha “tradito”, o mi sono tradito da solo? Forse le 150 scuole sono pochine? O forse a partire da me o Enti non ci abbiamo capito niente?

La tecnologia: abbiamo e continuiamo a permettere, popolo silente, di affidare le nostre vite (lavorativamente parlando) ad un algoritmo di cui non sappiamo niente, solamente: “se non scegli non vinci” ognuno se ne lava le mani e il gioco è fatto. Anche quest’anno dovrò pregare il Signore, l’unico capace di ascoltare veramente (o almeno spero) per una supplenza da GI.

Ma la Storia giunge da altri pensieri e altri momenti ‘drastici’ o meno; questo primo incipit per far conoscere il Governo che ad oggi detiene le “chiavi” del chi può e del chi non può.

Io non comprendo o per meglio dire faccio fatica a comprendere alcuni pensieri, premetto che non giudico le scelte altrui ma le osservo e talvolta ho ‘nostalgia’ per le loro scelte.

Sono un docente precario, per nove anni ho lavorato lontano dalla mia famiglia, lontano dalla mia vita e cioè mia moglie e le mie figlie (1200km). Il tutto è avvenuto per scelta, consapevole dei sacrifici che avrei dovuto affrontare. Ho partecipato ai concorsi per potermi riavvicinare, uno vinto (concorso straordinario 2020) ma depennato dalle graduatorie per inadempienza del Sindacato che doveva tutelarmi; in un altro, pur sapendo la difficoltà per i posti messi a bando (straordinario bis) ho dimostrato di avere le competenze sulla disciplina 90/100 ma rimasto fuori per carenza di titoli (da acquistare, 8 posti per 120 iscritti).

Questa piccola prefazione per entrare nel merito della questione legata ai vincoli e legata a tutti coloro continuano a lamentarsi. Vedo o meglio leggo di gente che rifiuta il posto, finalmente a tempo indeterminato, perché distante da casa: 100km, 200km, 300km ma la questione non è legata alla distanza, se non a ciò che i sindacati cercano di portare alla luce, preferendo combattere per i vincoli piuttosto che cercare di risolvere la questione del precariato. Si poteva fare molto in questo anno (soldi PNRR) questi potevano essere sfruttati per risolvere la questione. Purtroppo qualcuno si è messo ‘di traverso’ alla questione, incolpando il governo precedente per l’inadempienza. “Un o il danno è stato creato dai partiti precedenti” ecco lo slogan sottolineato dal Senatore Pittoni (Lega), ma la maggioranza ad oggi cosa ha fatto per i precari? Ci si vanta per la procedura concorsuale che a suo vedere (Pittoni) è ottimale dimenticando che lui stesso aveva criticato le Crocette, si vanta dell’abilitazione facendo rientrare “livelli” diversi (per non scrivere in modo scurrile) in un unico ‘paniere’ (chi risulterà fortunato ad entrarci).

Si creeranno altri dissapori e altri problemi negli anni avvenire ma purtroppo per ora si esaltano e ringraziano. La call veloce per i partecipanti dello straordinario bis, così almeno potremmo fare crescere i nostri figli con dignità, umiltà; il ruolo a chi con sacrificio è pronto a fare altri sacrifici, il ruolo a chi ormai adulto possa non vergognarsi ad entrare in banca e chiedere un ‘parere’. Giustizia, dignità e diritto. È troppo per una maggioranza che “decide”, io non credo.

Lettera firmata