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Studenti in 30 piazze contro Meloni, Valditara e Bernini: ci volete “zitti e buoni” con manganellate a chi protesta, è ora di cambiare rotta

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Monta la protesta studentesca contro i vertici dell’Università e dell’Istruzione: venerdì 22 marzo si sono svolti in oltre 30 città d’Italia cortei, presidi e assemblee pubbliche per la giornata di protesta promossa da numerose sigle giovanili di sinistra e collettivi.

Le contestazioni, scrive l’Ansa, è arrivata il giorno dopo la riunione svolta tra la Conferenza dei rettori universitari e la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini: gli studenti di Cambiare Rotta si sono incontrati a piazza Rondanini, a Roma, sede dello storico palazzo di incontri della Crui.

Secondo Filippo Gilardi, del collettivo studentesco, i manifestanti “le priorità della ministra Anna Maria Bernini e della Crui” sono quelle di “cercare il modo più efficace per zittire e tenere buoni gli studenti, quando abbiamo denunciato per mesi un sistema universitario marcio, che vive di molestie e ricatti sessuali alle studentesse e alle ricercatrici, di diritto allo studio che manca sempre di più, di aule che crollano, di studentati pubblici che mancano e poi le complicità importanti con le industrie della guerra. Quando c’è da occuparsi di come reprimere gli studenti e tenerli zitti e buoni immediatamente ci si organizza per mobilitare tutti i rettori d’Italia e la ministra stessa”.

Gli studenti hanno preso di mira anche la riforma voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che se approvata introduce la facoltà per le scuole superiori di cancellare il quinto anno di corso, con le ore “spalmate” nei primi. E non piace nemmeno il maggiore peso che si vuole dare al voto di condotta, come pure i giudizi sintetici da aggiungere nella primaria a quelli già esistenti.

Secondo gli studenti contestatori, le nuove norme si sommano agli episodi di repressione durante le manifestazioni studentesche e la posizione del governo Meloni nei confronti dei conflitti internazionali.

Simon Vial, responsabile scuola del Fgc sostiene che “dopo Pisa, Firenze, Catania, Bologna il copione è chiaro: il governo risponde con i manganelli a chiunque critichi la complicità con il massacro dei palestinesi, la riforma dell’istruzione, la sua politica in generale. Assurdo parlare di ordine pubblico per giustificare il pestaggio di ragazzi di 16 anni: la riforma Valditara rafforzerà ulteriormente l’integrazione tra istruzione e imprese e il sistema dell’alternanza scuola-lavoro, che solo nel 2022 ha ucciso tre studenti mentre lavoravano gratis”.

All’Università di Verona, invece, mentre era in corso l’inaugurazione del 41mo anno accademico, una trentina di studentesse e studenti sono saliti sul palco durante l’intervento della presidente del consiglio degli studenti, Francesca Flori, mostrando a tutto il corpo accademico e alle autorità presenti delle scritte contro l’operato della Regione Veneto e, in particolare, dell’assessore alla Formazione Elena Donazzan per i mancati versamenti per le borse di studio.