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Studenti, ora la programmazione si fa col robot

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Diffondere la robotica come opportunità per arricchire i contesti formativi e contribuire al raggiungimento di obiettivi di apprendimento sia direttamente legati ad essa, intesa come scienza multidisciplinare, sia relativi ad altre aree disciplinari.

PRIMI PASSI IN UMBRIA VERSO L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Queste le finalità del progetto sviluppato da IBM insieme a Confindustria e Regione Umbria che consentirà agli studenti di cinque istituti superiori di avviare i primi passi della programmazione, passo importante per portare l’innovazione tecnologica in classe.

Il protagonista della prima fase del corso di “robotica educativa “si chiama TJBot, un piccolo robot progettato da Ibm Research che affiancherà gli studenti in classe, all’inizio soprattutto per acquisire da docenti e ragazzi “preziosi” elementi culturali, attraverso il programma che lo governa, poi per aiutare nell’apprendimento e nella sperimentazione della programmazione.

Come hanno spiegato i tecnici “i ragazzi potranno accedere attraverso TJBot ai servizi di Watson, il sistema cognitivo Ibm, in grado di interagire in linguaggio naturale, finalizzando la comunicazione uomo-macchina allo sviluppo di competenze“.

LE COMPETENZE DIGITALI NEI CURRICULA DEGLI STUDENTI

A raccontare la genesi e lo sviluppo de progetto, nato proprio a Spoleto durante una convention di Confindustria, è stato Angelo Failla, direttore della Fondazione Ibm Italia, che ha indicato come obiettivo quello di “fare entrare le competenze digitali nei curricula degli studenti, affinché diventino una componente essenziale della formazione scolastica con ricadute positive sul territorio e sull’economia regionale».

Nel corso della conferenza stampa alla presenza di Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, Sabrina Boarelli, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Antonio Alunni, vice presidente di Confindustria Umbria con delega all’Innovazione, e appunto Angelo Failla, direttore di Fondazione Ibm Italia, tutti hanno espresso giudizi positivi sull’iniziativa, evidenziando la necessità per le scuole di puntare sull’innovazione, soprattutto in un settore in velocissimo sviluppo come quello della robotica. Un nuovo metodo di approccio che quindi può “diventare vincente” anche in settori della formazione non solo tecnici.

A tentare di programmare i robottini saranno, non soltanto gli studenti di Spoleto, ma anche i coetanei dell’LIS  Franchetti-Salviani di Città di Castello, dell’Istituto d’arte Di Betto di Perugia, dell’agrario Ciuffelli di Todi e dell’artistico Tacito-Metelli di Terni.

La dirigente dell’ufficio scolastico regionale dell’Umbria, Sabrina Boarelli, ha spiegato “che il progetto didattico è di durata triennale” ed ha parlato di “sperimentazione dal grande valore innovativo, finalizzato a costruire qualcosa che arricchisse il percorso scolastico dei nostri studenti”.

FORMAZIONE ANCHE PER I DOCENTI

A Spoleto è iniziata inoltre,la formazione dei docenti, curati sempre da Ibm, con tre workshop iniziali (ottobre, novembre e dicembre) e successivi momenti di verifica per analizzare l’andamento del progetto e individuare eventuali azioni correttive.

Un progetto a cui crede molto anche Confindustria, come confermato dalla Presidente Marini “ anche perché siamo i primi a sperimentarlo e speriamo i primi a trarne giovamento” aggiungendo che «L’Umbria non raggiunge un milione di abitanti e non ha una città metropolitana, tuttavia con questo progetto per le scuole possiamo e vogliamo essere un laboratorio di sviluppo con benefici che certamente ci saranno per gli studenti coinvolti, le imprese del territorio e l’Umbria tutta».