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Studenti sempre più arrabbiati col mondo, Forza Italia introduce nel dl Pa il docente delegato al benessere psicologico ma solo per Università e Afam

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Con la revisione del decreto sulla Pubblica amministrazione, il n. 44 approvato dal Governo ed ora al vaglio delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Montecitorio, arrivano nuove figure professionali: una di queste è il docente delegato al benessere psicologico. Solo che non riguarderà la scuola, ma l’Università e l’Afam, che si occupa della formazione post-diploma artistica, musicale e coreutica. Per la scuola, evidentemente, viene considerata più che sufficiente la figura, introdotta con i soldi del Pnrr, del docente tutur e degli orientatori che però non sembra trovare consenso tra gli insegnanti (anche il sondaggio della Tecnica della Scuola lo conferma).

La ministra Anna Maria Bernini: nuove modalità di ascolto

Di questa figura professionale parla invece, con soddisfazione, la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che ringrazia “i deputati di Forza Italia e la maggioranza di Governo” per l’approvazione dell’emendamento avvenuta il primo giorno di giugno: è il docente delegato al coordinamento, monitoraggio e al supporto di tutte le iniziative che riguardano l’integrazione e il sostegno, compresa l’attivazione il potenziamento di servizi di supporto psicologico per le istituzioni AFAM e degli atenei.

“Si tratta – continua Bernini – di una figura dedicata al coordinamento e al monitoraggio di tutte le iniziative legate al supporto e al benessere psicologico degli studenti. È un ulteriore passo in avanti per fare fronte a un’esigenza concreta di sostegno extra-accademico avvertita da tanti studenti”. La ministra forzista ricorda, quindi, che “la pandemia ha messo tutti a dura prova e ha acuito alcuni disagi giovanili, rendendo necessarie l’attivazione di nuove modalità di ascolto e prevenzione. Su questi temi il mio intervento e il sostegno dell’intera maggioranza e del Governo non verranno mai meno”.

Forza Italia: lo mettiamo dove manca questa figura

Una nota di Chiara Tenerini, Alessandro Battilocchio e Paolo Emilio Russo, deputati di Forza Italia nelle commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera, spiega qual è lo spirito dell’emendamento al decreto legge.

“La grave aggressione contro un’insegnante avvenuta in una scuola superiore ad Abbiategrasso, ha riportato d’attualità la necessità di mettere a disposizione un sistema di sostegno psicologico per gli studenti negli istituti. È necessario introdurlo dove non esiste e implementare i servizi già esistenti”.

Secondo i deputati di Forza Italia si tratta di “un importante passo per la prevenzione di nuovi episodi e per il supporto di chi si trova in difficoltà in una fase complicata della vita. Come Forza Italia, insieme al ministro per l’Università e per la Ricerca Annamaria Bernini, continueremo a chiedere di implementare questo genere di servizi, in tutte le scuole di ogni ordine grado, ritenendo che il benessere psicologico degli studenti debba essere una priorità del nostro sistema educativo”.

Perché solo dopo i 19 anni?

Ciò che non è chiaro è il motivo per cui l’introduzione del docente delegato sia prevista solo per gli studenti impegnati in attività di studio post-maturità.

Disagio, ansia e stress risultano infatti sensibilmente aumentati dopo la pandemia da Covid.

Anche nella scuola il ministro Giuseppe Valditara, constatato il diffuso malessere tra i giovani, ha garantito un lavoro col ministero della Salute e il Parlamento affinché vengano definite “soluzioni di sistema e non episodiche come quelle adottate durante la pandemia” per il sostegno psicologico a chi ne abbia bisogno.

Il sondaggio conferma: 3 adolescenti su 4 spesso arrabbiati

Da un sondaggio del portale on line Skuola.net, realizzato assieme ad un team di psicologi e psicoterapeuti dell’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, Cyberbullismo), conferma che il quadro è in peggioramento: su un ampio campione di 3.062 ragazze e ragazzi tra gli 11 e 19 anni, emerge che oltre 6 su 10 sostengono di soffrire di una qualche forma di disagio dovuto proprio al contesto in cui vivono: da ciò derivano attacchi di panico, alterazione delle abitudini alimentari e del ritmo sonno-veglia, difficoltà di concentrazione nello studio.

A 3 adolescenti su 4 capita di sentirsi spesso o sempre molto arrabbiati con sé stessi, al 57% si essere molto arrabbiati con gli altri. Il 63%, invece, è frequentemente in preda alla solitudine, la stessa percentuale (63%) si fa attanagliare spessissimo dalla tristezza. Mentre il 55% ammette di provare spesso o sempre un senso di irrequietezza. Tutto questo coinvolge ovviamente anche lo studio: l’82% dei giovani dichiara che spesso non riesce a concentrarsi per fare i compiti; il 70% abbandona lo studio per dedicarsi ad attività virtuali.

Lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, preso atto del diffuso malessere tra i giovani, ha garantito un lavoro col ministero della Salute e il Parlamento affinché vengano definite “soluzioni di sistema e non episodiche come quelle adottate durante la pandemia” per il sostegno psicologico dei giovani che necessitino di supporto.