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Studenti stranieri in crescita, ormai sono un milione: 1 su 4 in Lombardia. D’Aprile (Uil Scuola Rua): garantiamo l’istruzione anche ai non regolari

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Nella scuola italiana continua a salire il numero degli studenti stranieri: lo conferma un dossier nazionale Uil Scuola Rua pubblicato il 27 settembre. Il sindacato ha calcolato – esaminando i dati aggiornati dell’Anagrafe degli Studenti – che “a frequentare le nostre scuole è circa un milione di studenti con cittadinanza non italiana. Un terzo di loro frequenta la scuola primaria, mentre è in forte aumento, a causa del conflitto in corso, la percentuale di bambini e ragazzi ucraini accolti nelle classi italiane”.

Lo studio ha riguardato precisamente 967.394 studenti e studentesse con cittadinanza non italiana, che corrisponde all’11,3% del totale degli studenti iscritti a scuola in Italia (8 milioni e mezzo)”.

“Il dato – sottolinea la Uil Scuola Rua – è in crescita rispetto al 2021, quando la quota, secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, si fermava a 865.388“.

“Il 32,7% (315.955) frequenta la scuola primaria (6-11 anni). In termini quantitativi – continua il Dossier – ., al secondo posto, con una percentuale del 21,3% (205.806), troviamo la scuola secondaria di II grado (14-19 anni). A seguire, gli alunni regolarmente iscritti alla scuola secondaria di I grado (11-14 anni) con una percentuale del 18,9% (182.479). Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, i numeri ci dicono che la percentuale è all’11,4%. Non mancano gli studenti iscritti a Percorsi di I e II livello, CPIA (139.520), e agli ex Serali (13.342), la cui quota totale si fissa a 152.862”.

A livello regionale, “le scuole statali del Nord Italia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lombardia e Liguria, ospitano più della metà (62,7%) degli studenti di cittadinanza non italiana, 602.387. Nell’Italia centrale, Toscana, Umbria, Marche e Lazio con un totale di 213.817, fanno registrare il 22,10%”.

Al Meridione, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna ospitano in tutto 151.190 studenti di cittadinanza non italiana nelle loro scuole, pari al 15,62% del totale.

Ed “è la Lombardia ad avere più studenti di cittadinanza non italiana con 238.254 alunni, pari al 24,6%. Al secondo posto, nella classifica generale, Emilia-Romagna (13.107) e Piemonte (11.248)”. “Il 5% degli studenti stranieri in Italia è ucraino: la Campania è la seconda regione ad ospitarne di più a scuola. In Italia sono attualmente iscritti nelle scuole statali 48.473 cittadini ucraini”.

Per quanto riguarda i minori non accompagnati, “gli ultimi dati resi pubblici dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – si legge -, sono fortemente influenzati dalla crisi umanitaria che ha interessato l’Ucraina, e mostrano un aumento del 64% di minori non accompagnati (ragazzi privi di assistenza e rappresentanza legale) rispetto al 2021. L’area maggiormente interessata è quella del Sud Italia. I minori non accompagnati censiti in Italia al 31 dicembre scorso sono 20.089”.

“Dal Consiglio dei Ministri di oggi – commenta il leader Uil Scuola Giuseppe D’Aprile -, ci attendiamo un segnale nel senso dell’inclusione e del rispetto dei trattati internazionali e della Costituzione che garantisce pienamente ai minori il diritto universale all’istruzione e alla sicurezza. I minori che arrivano in Italia non rappresentano un’emergenza, ma una costante in crescita. È per questo che in loro supporto, servono interventi concreti e non annunci” perchè “il lungo periodo di transito impedisce l’esercizio dei diritti fondamentali”.

“La scusa dell’imprevedibilità degli arrivi non può essere una giustificazione per la mancanza di misure. I minori che si trovano nel nostro Paese, hanno diritto all’istruzione, indipendentemente dalla regolarità del soggiorno dei loro genitori (Testo Unico Immigrazione 286/98). Fino ad oggi ad aiutare i minori stranieri in Italia – ricorda il segretario – è stata la cura e la sensibilità del personale della scuola che ha rappresentato e rappresenta il vero filtro dell’accoglienza. È necessario superare l’idea che i migranti rappresentino un costo sociale”, conclude D’Aprile.