Il nuovo contratto per un milione e 191 mila tra docenti e amministrativi della scuola prevede un costo a regime di circa 674,98 milioni di euro, ma con l’aumento annunciato una larga area di docenti perderebbe il bonus di 80 euro. Una beffa dunque perché se da un lato riceverebbe 85 euro per l’aumento in busta paga a seguito del rinnovo del contratto ne perderebbe, dall’altro, 80 di bonus.
Questa ulteriore beffa a danno dei docenti la rileva La Repubblica.
In ogni caso, scrive il giornale, l’armonizzazione degli “stipendi dei presidi con la dirigenza della P.A. ci sarà e sarà sostanziosa. Per adeguare la parte fissa della retribuzione dei dirigenti scolastici e di alcune figure dirigenziali dell’Istruzione il Miur ha istituito un fondo con 31,70 milioni per il 2018 e 95,11 milioni a decorrere dal 2019. L’adeguamento degli stipendi partirà da settembre 2018 e riguarderà gli attuali 7.993 presidi italiani: la crescita annuale sarà di 11.899,74 euro lorde a testa. Alla fine si parla di 440 euro netti al mese. Un aumento del genere non si vedeva da tempo nella pubblica amministrazione”.
Concorso Dsga
Inoltre, scrive sempre Repubblica, “in Legge di stabilità ci saranno i soldi per avviare – nel 2018 – un concorso pubblico anche per l’assunzione dei direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), figure obbligatorie per le scuole con almeno seicento alunni. Potranno partecipare al bando gli assistenti amministrativi (quasi sempre non laureati) che, all’entrata in vigore della legge, avranno maturato almeno tre anni di servizio a tempo pieno negli ultimi otto. Ad oggi ci sono 1.213 posti di Dsga vacanti”
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