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Supplente vicina alla pensione rifiuta la cattedra perché senza patente: “Rinuncio ad un sogno, ma la priorità è la salute”

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Ancora un altro caso relativo ad un membro del personale scolastico che va in pensione in una condizione di precariato, senza aver mai ottenuto una cattedra a tempo indeterminato. Stavolta si tratta di una docente di 65 anni, come riporta Il Messaggero Veneto.

Il caso di quest’ultima è alquanto particolare: l’insegnante, in realtà, ha ottenuto il posto fisso ma ha preferito rinunciarvi. Il motivo? Lei vive a Pordenone, la scuola dove è stata assegnata si trova a Udine e lei non ha la patente. Piuttosto che fare la pendolare la donna ha scelto l’incarico annuale a tempo determinato in una scuola vicino a casa.

Il sogno di una cattedra fissa sfumato

L’insegnante, fra due anni circa, sarà in età pensionabile. Ci arriverà quindi da supplente, com’è stata per gli ultimi vent’anni. “L’immissione in ruolo è prevista in un istituto comprensivo dell’Udinese e per la precaria il pendolarismo da Pordenone sarebbe un forte disagio”, spiega Giuseppe Mancaniello della Flc-Cgil, evidenziando il fatto che “la maestra pordenonese, supplente da oltre vent’anni – non se la sente di rivoluzionare la sua vita a 65 anni”.

Ovviamente la docente rinuncia ad un migliore trattamento economico nell’immediato e non. “Le scelte sono sempre personali e la docente che rinuncia al posto fisso in ruolo ha pensato alla sua famiglia e alla salute personale – aggiunge il sindacalista della Flc-Cgil –. Le assunzioni a tempo determinato spaziano nell’area vasta regionale e nel settore dell’infanzia i posti in palio sono pochi”.

Ecco il commento amaro della maestra: “Dispiace rinunciare al sogno di una vita professionale ma a 65 anni i sacrifici richiesti, partire all’alba e tornare al tramonto, non si reggono. La priorità è la salute”.

“La situazione dei precari è oscura alle famiglie”

Qualche giorno fa ci siamo occupati del caso di un altro docente che andrà in pensione da supplente, un prof di musica e sostegno che è rimasto in una condizione di precariato per tutta la sua carriera a scuola, fino al raggiungimento della pensione, a 67 anni, con lo stesso stipendio, pari a 1500 euro, di ingresso.

Quest’ultimo ha fatto una critica all’intero sistema: “Gli insegnanti sono tutti uguali per la comunità scolastica, anzi le mansioni sono identiche anche gli incarichi aggiuntivi, ma la vera situazione dei precari è oscura alle famiglie, si tratta di un bel risparmio per lo Stato perché gli scatti di anzianità non corrono, i miei colleghi vanno in pensione con 3-400 euro in più, ma tutto questo subire viene accettato dai giovani che non si ribellano”.