
La scrittrice Susanna Tamaro, in un’intervista a La Stampa, vista la sua esperienza come autrice di libri per l’infanzia, ha parlato di educazione dei bambini. Tamaro ha spiegato che a suo avviso non bisogna allontanare i più piccoli dalle cose negative.
“I bimbi hanno bisogno del male”
“Se c’è un tipo di scrittura in cui si avverte la censura è proprio quella per bambini. L’imperativo è non dire nulla che turbi. Questa bonifica dell’infanzia è criminale: i bimbi hanno bisogno del male, del turbamento, non di una realtà edulcorata in cui tutti fanno i girotondi, la vita non è così”, ha esordito.
Ecco poi alcune parole sulla sua esperienza a scuola: “Andavo malissimo. Volevo fare la zoologa, ma commentavano: ‘Non capisci niente, al massimo farai la commessa. Finii alle Magistrali ma, allora, da lì non potevi andare in una facoltà scientifica. Anni dopo presi il diploma del Classico con le serali e provai a iscrivermi a Scienze naturali; a quel punto, però, le mie condizioni erano così difficili che non ce l’ho fatta”.
“Le prof mi strappavano davanti i temi dicendo: ‘Non si capisce neanche di cosa vuoi parlare!'”, ha concluso, raccontando un amaro aneddoto.
Susanna Tamaro e la critica al digitale
“Vedo una inconsapevolezza delle manipolazioni che avvengono e questo porta su strade un po’ rischiose. Nel momento in cui distruggi l’intelligenza delle giovani generazioni… Perché diciamo la verità, una cosa è venire da famiglie in cui c’è sensibilità intellettuale e quindi c’è la dimensione tecnologica ma anche molto altro. Un conto è la sterminata schiera di ragazzi e ragazze che sono abbandonati a balie elettroniche. Per alcuni genitori è anche un punto di orgoglio che i loro figli siano così tecnologicizzati. Quei cervelli, che non avranno mai senso critico, sono tristi realtà. Così si diventa vittime di chi ragiona in modo più potente di noi”, ha detto la scrittrice tempo fa, parlando del digitale.
“Il progresso non è in sé il bene assoluto. In tanti campi, come quello scientifico, l’intelligenza artificiale consente di ottenere risultati meravigliosi. Ma quando entra nella dimensione dell’umano, alt. In Svezia hanno osservato che i test di intelligenza sono in caduta libera. L’algoritmo è rozzo, l’uomo per sua natura è complesso, dunque sono due realtà inconciliabili. Rischiamo di diventare i servitori di un sistema rozzo. Tutto quello che ha a che fare con l’educazione e la selezione delle persone, a vari livelli, deve stare fuori. Lo sappiamo già e lo abbiamo verificato”, questa la sua opinione, che si può applicare, eccome, ai concorsi docenti e all’algoritmo Gps, ad esempio.