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Sviluppo sostenibile, è emergenza idrica, a partire dal settore agricolo. Cosa devono sapere le scuole

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Matteo Bernardelli

“Siamo in emergenza idrica. Se non riusciremo quest’anno a coltivare, allora il problema non sarà più quello di pagare il mais 440 euro alla tonnellata, ma di fermare gli allevamenti, perché non avremo razioni alimentari a sufficienza”. La preoccupazione nelle parole di Marco Della Bona, allevatore con 3mila bovine da latte nel cuore della Pianura Padana fra Cremona e Brescia, descrive l’urgenza di un problema che si sta facendo sempre più acuto e che, probabilmente, ancora non è stato affrontato con la giusta veemenza: l’emergenza idrica e la corretta gestione dell’acqua in agricoltura.

Se ne parla nel nuovo articolo di Matteo Bernardelli, esperto di sviluppo sostenibile, che offre alle scuole il quadro di ciò che avviene in ambito agricolo, nell’ottica di fornire ai ragazzi più grandi delle scuole superiori un approfondimento sui temi più caldi dell’educazione civica.

Ascolta “A.A.A. Acqua cercasi – puntata 6” su Spreaker.

L’acqua è fondamentale per la vita e anche a livello di legge l’uso irriguo in agricoltura viene al secondo posto, dopo la destinazione per uso umano. Bisogna però essere vigili e responsabili, perché, come ha ribadito la Fao, negli ultimi venti anni le riserve d’acqua dolce sono diminuite di oltre il 20% e il settore agricolo si trova a dover fare i conti con esigenze umane maggiori e risorse naturali che tendono a scarseggiare.

“Nella situazione attuale, caratterizzata da cambiamenti climatici, da fenomeni meteorologici estremi e da un mercato molto instabile, l’agricoltura chiede nuove tecnologie per migliorare l’uso degli impianti e risparmiare acqua, fertilizzanti, energia e lavoro”, ha spiegato Giulia Giuffrè, consigliere d’amministrazione e ambasciatrice della sostenibilità di Irritec, nominata Sdg Pioneer 2021 per la gestione sostenibile dell’acqua dal Global Compact delle Nazioni Unite.

Per questo è funzionale lo sviluppo di sistemi di automazione e digitalizzazione per l’irrigazione che consentono di migliorare le prestazioni dei sistemi irrigui grazie alla gestione integrata, al monitoraggio costante e ad un completo controllo da remoto, generando un ulteriore risparmio fino al 30%. Un’applicazione smart e digitalizzata dell’irrigazione rappresenta il futuro: una soluzione concreta per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.

Gli strumenti per un uso più consapevole ed equilibrato dell’acqua, così da ottimizzarne l’impiego, ridurre gli sprechi e dosare le quantità in base all’effettiva necessità delle colture in campo, ci sono e la Politica Agricola Comune (Pac), attraverso diverse misure – a partire da quelle dedicate all’innovazione all’interno dei Programmi di Sviluppo Rurale – ne incentiva la diffusione.

Il professor Guido D’Urso, docente di Idraulica Agraria, Gis e Telerilevamento all’Università Federico II di Napoli, fra le soluzioni di Agricoltura 4.0 dedicate all’irrigazione annovera “i sensori in campo per capire quanta acqua c’è nell’apparato radicale delle piante, fino agli strumenti tecnologici come le centraline meteo, ma anche l’osservazione dall’alto coi droni e i satelliti”.

Dallo spazio, grazie al programma Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea, i satelliti trasmettono immagini dettagliate che servono per misurare la crescita delle colture e stimare il quantitativo d’acqua da fornire.

E poi strumenti per l’irrigazione a goccia, pivot per irrigare riducendo la pressione di uscita – così da risparmiare carburante agricolo per “pompare” acqua (talvolta anche alimentati da pannelli solari, per una gestione ancora più green) – smartphone che permettono tramite app di elaborare, monitorare e gestire i flussi di acqua in campo, in base alle temperature e al fabbisogno realmente calcolato delle colture.

L’Anbi, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane, che gestisce una rete infrastrutturale di canali irrigui fra le più estese in Europa, ha lanciato la app Irriframe, che – spiega Gioele Chiari del Cer, il Canale Emiliano Romagnolo, uno dei più lunghi d’Italia con una superficie agricola servita di oltre 227mila ettari – invia gratuitamente agli agricoltori il consiglio irriguo su un determinato appezzamento, descrivendo la coltura e le fasi fenologiche. In questo modo si ha una gestione razionale delle risorse idriche.

Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto ParteciPAC (www.partecipac.eu), finanziato dal programma IMCAP dell’Unione europea.
Le opinioni espresse nel presente articolo sono quelle dell’autore che ne assume la responsabilità esclusiva. La Commissione non è responsabile dell’eventuale uso delle informazioni in esso contenute.

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