"Professori, e se l’avvenire foste voi?" Era lo slogan roboante di qualche anno fa che l’allora ministro socialista Jack Lang aveva scelto per sostenere la sua campagna a sostegno della scuola pubblica e per invogliare i giovani laureati ad orientarsi verso una professione che ormai da tempo non solleticava più gli appetiti di nessuno. Sembrava che un avvenire radioso attendesse i docenti, con la grancassa ministeriale che dava per certi 170.000 posti messi a concorso per i docenti, dalle elementari alle superiori.
Era il 2001, solo tre anni sono passati, ma in Francia è come se fosse passato un secolo. Appena qualche giorno fa, il 12 marzo, imponenti manifestazioni si sono svolte in tutte le città francesi: alunni, docenti, ricercatori, genitori, hanno sfilato per dire no al programma massiccio di tagli alla scuola pubblica previsto dal governo Raffarin: solo 12.500 posti messi a concorso a fronte di 16.000 pensionamenti, soppressione di insegnamenti facoltativi, come il greco e il latino, in alcuni ordini di scuole, 200 posti in meno per i docenti nella sola Parigi, il 40 per cento dei posti in meno per i docenti di educazione fisica. Ecco i numeri di oggi, un disagio sintetizzato dal gesto provocatorio del sindaco di un piccolo comune del Jura che si è fatto trovare di fronte alla scuola elementare del suo Comune, minacciata di chiusura, disteso dentro una bara.
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