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Tecnici e professionali: serve un progetto per le opzioni

Passo dopo passo si va delineando il percorso degli istituti tecnici e professionali, che una volta a regime potrebbe recuperare appeal nei confronti di studenti e famiglie, finora attratti soprattutto dai licei.

Sul sito dell’Ansas è stata recentemente attivata una apposita piattaforma on-line per esaminare le bozze delle Linee Guida per il secondo biennio e l’ultimo anno, nonché gli schemi dei decreti interministeriali sulle opzioni. L’accesso è selettivo e riservato ai soggetti direttamente interessati: scuole, regioni, uffici scolastici regionali, associazioni professionali o di categoria, sindacati. È necessario iscriversi inviando prima una e mail.
Mentre i materiali relativi alle Linee guida saranno disponibili a partire dal 5 luglio, già adesso si può lavorare sulle opzioni. In base ai Regolamenti n.88 (tecnici) e n. 87 (professionali), le opzioni costituiscono una ulteriore articolazione delle aree di indirizzo, devono essere in numero contenuto ed incluse in un apposito elenco nazionale, al quale le Regioni faranno riferimento nella programmazione dell’offerta formativa. Le opzioni si possono realizzare grazie all’utilizzo degli spazi di flessibilità, nei limiti degli organici determinati a legislazione vigente, senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica.
Il percorso per la loro definizione non è breve: con i decreti interministeriali Miur-Mef, e previo parere della Conferenza Stato-Regioni, saranno definiti “ambiti, criteri e modalità”, cioè l’impianto di riferimento. L’individuazione delle opzioni da inserire nell’elenco nazionale sarà fatta valutando le proposte pervenute attraverso l’Ansas e redatte avvalendosi della scheda predisposta dal prof. Alberto Felice De Toni, coordinatore della commissione di lavoro nazionale.
Ciascun progetto deve esplicitare tutti gli elementi e le informazioni richieste secondo una scaletta di 12 punti. In sintesi, è essenziale dimostrare da un lato l’interesse “locale” degli attori economici e sociali e dall’altro quello “nazionale”, cioè la coerenza con l’identità dell’istruzione tecnica o professionale e con le competenze in uscita rispetto all’indirizzo di riferimento, tenendo conto anche delle prospettive occupazionali e dell’opportunità di integrare la formazione specifica dell’opzione con successivi corsi di specializzazione Its o Ifts. Infine bisogna provare l’impossibilità di attuare il percorso proposto con l’opzione attraverso il solo utilizzo della quota dell’autonomia scolastica del 20%. Su questa base si procede ad indicare l’ipotesi di piano orario e del profilo delle competenze in uscita. È chiaro che servono ampie sinergie e visione d’insieme.

Per apportare contributi e proposte c’è tempo fino al prossimo 15 luglio.

Anna Maria Bellesia

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