Occorre normare l’obbligo nelle scuole d’infanzia, alla pari delle strutture per anziani e disabili, di installare dei sistemi di videosorveglianza ed in contemporanea aumentare le pene previste per chi commette violenza verso bambini, anziani e soggetti che non possono difendersi: a chiederlo è Renato Schifani, senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato, commentando il caso di due maestre di una scuola dell’Infanzia fermate il 10 gennaio a Cassino con l’accusa di maltrattamenti sui bambini loro affidati.
“Il moltiplicarsi di casi come questo – ha continuato Schifani – sta configurando, giorno dopo giorno, un fatto sociale allarmante”.
Per questo, “all’importanza di un intervento normativo in materia, si associa dunque la necessità che le nuove misure assicurino un’efficace azione di tutela dei soggetti più deboli. A tal fine, come rilevato dalla collega e relatrice del provvedimento, Gabriella Giammanco, è indispensabile procedere ad una seria revisione del testo giunto dalla Camera, innanzitutto attraverso la previsione dell’obbligo in capo alle scuole per l’infanzia e alle strutture per anziani e disabili, di installare di sistemi di videosorveglianza, accompagnato da un aumento delle pene previste”.
Secondo l’ex presidente del Senato, quindi, “servono, conseguentemente, più risorse affinché la finalità di prevenzione e di repressione degli abusi possa effettivamente concretizzarsi”.
La proposta di Schifani e di Forza Italia trova d’accordo anche la Lega, in particolare il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ad inizio d’anno in diretta Facebook ha detto che “il 2019 dovrà essere fondato sul rispetto delle regole, delle leggi, delle persone. Sul rispetto degli insegnanti in classe. Basta con questa vergogna di ragazzini che aggrediscono i professori. E ancora peggio dei genitori, che invece di prendersela con i figli che fanno ‘casino’, se la prendono con i docenti”.
“Il mio obiettivo – ha continuato Salvini – è portare casa la legge per mettere le telecamere negli asili, nei nidi, nelle case di riposo e negli istituti per disabili”: perché “bisogna tutelare il lavoro eroico, onesto e pulito di milioni di maestre, maestri, educatori, infermieri, operatori sociosanitari”.
Un concetto, quello del leader del Carroccio, ribadito qualche giorno dopo, via twitter, commentando un caso di violenza contro degli alunni all’interno di un asilo della capitale, con protagoniste alcune collaboratrici dell’istituto.
Di diverso avviso, sull’opportunità di installare le telecamere in classe, si è detto in più occasioni il garante della privacy. Ma anche tanti docenti che hanno espresso il loro parere attraverso La Tecnica della Scuola.
Tra i contrari alla videosorvelgianza a scuola c’è anche Vittorio Lodolo D’Oria, medico specializzato nel burnout e stress da lavoro correlato, che sulla sua pagina Facebook, ad inizio 2019, ha detto che “la videosorveglianza non risolverebbe il problema, anche perchè lo strumento “deve essere utilizzato da personale competente e non da chiunque”.
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