
Una dirigente scolastica di un istituto di Napoli è stufa e preoccupata: troppi ragazzi vanno in classe armati di coltello. Per questo, a suo avviso, sarebbe ora di installare dei metal detector all’ingresso dell’edificio. Lo riporta Il Mattino.
Ragazzi trovati con coltelli processati per direttissima d’ora in poi a Napoli
Di fronte alla notizia che il Tribunale dei minori processerà d’ora in avanti per direttissima i minori trovati in possesso di un coltello la dirigente scolastica si dice soddisfatta. Come riporta La Repubblica, prima la procedura prevedeva la denuncia per il minorenne bloccato con in tasca un coltello, ma anche tirapugni o altre armi non da fuoco. Il procedimento seguiva poi la trafila e i tempi del rito ordinario, perdendo di fatto qualsiasi effetto deterrente.
Verrà applicato in questi casi il processo per direttissima anche senza procedere all’arresto. Dopo la richiesta del pm, sarà fissata l’udienza e nello spazio di circa un mese il minorenne finirà in tribunale. Sarà chiesta anche una dettagliata relazione ai servizi sociali allo scopo di approfondire la condizione familiare del minorenne.
Ecco le parole della preside: “L’uso delle armi tra i ragazzi è diffuso a tutti i livelli, anche in famiglie per così dire ‘insospettabili’. Quello che emerge è che questi minorenni si sono uniformati a una tendenza e se si chiede loro perché utilizzino le armi, la loro risposta è una: ‘per difendermi'”.
“Tante volte ho invocato la necessità di installare dei metal detector a scuola; ho avuto anche un incontro in prefettura su questa e su altre questioni in merito alla sicurezza e ho chiesto di potenziare i controlli delle forze dell’ordine proprio per il possesso delle armi”, ha spiegato.
“La didattica deve essere meno trasmissiva”
Ormai si tratta quasi di una moda: “Ne ho sequestrati diversi. Ce ne siamo accorti perché si era diffusa una tendenza a mostrare l’arma a mo’ di minaccia. Facendo poi dei controlli, ne abbiamo avuto conferma. Ho anche studenti che hanno procedimenti penali in corso per aver accoltellato i compagni, ma non ci stanchiamo di lottare e insegnare loro la giusta via”.
“La didattica deve essere meno trasmissiva e più al passo coi tempi, ma anche alternativa e accattivante. Inoltre servono azioni mirate nel post curricolare. Serve la continuità nei progetti per dare risposte più sedimentate ai bisogni”, ha concluso.