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Umiliazione e studenti, Valditara: “ho usato il termine umiliarsi, il ragazzo deve riconoscere di avere sbagliato”

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Il ministro dell’istruzione e del Merito, Valditara, rispondendo al Senato sulle linee programmatiche per la scuola, ha parlato anche dell’episodio che lo ha visto coinvolto sull’uso del termine “umiliazione”. Rispondendo alle domande, ha chiarito: “L’umiliazione? Risentite il mio intervento, ho usato il riflessivo ‘umiliarsi’, proprio della cultura cristiana. Il ragazzo deve accettare la sanzione, deve riconoscere di avere sbagliato, mettere dei limiti al proprio io. Bisogna essere seguito. La bocciatura non è adeguata. Dobbiamo aiutarlo con i lavori socialmente utili. Questa è la sfida vera che va nella valorizzazione della persona”.

E ha continuato: “Come rimediare agli atti di bullismo, che sono persecuzioni sistematiche? Queste portano alla diminuzione dell’aspettativa di vita, all’insuccesso scolastico. I lavori socialmente utili sono previsti dal nostro ordinamento, dallo statuto degli studenti del 1998. Spesso non ci sono le condizioni per poterli applicare”.

A rispondere alle parole di Valditara, sono stati gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera e al Senato: “Al ministro Valditara evidentemente non basta aver sbagliato una volta. Oggi persevera tornando a parlare di umiliazione per gli studenti, con un artifizio retorico che non basta a nascondere una visione della scuola anacronistica e autoritaria. Siamo d’accordo sulla necessità di mettere in campo strumenti per stimolare i ragazzi lontano da comportamenti antisociali, ma perché tornare a usare il termine umiliazione? Il rimedio al bullismo non può essere solo la sanzione, va compreso il disagio anche con la presenza di una figura professionale apposita negli istituti come lo psicologo. A tal proposito abbiamo presentato un emendamento alla legge di bilancio per rifinanziare e rendere strutturale questa misura istituita nel 2020 dal Governo Conte II. La scuola è il luogo in cui si forma la personalità dei cittadini, e chi la amministra deve comprendere che i messaggi che si danno devono essere adeguati al proprio ruolo”.

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