Un attacco pericoloso per il futuro del nostro Paese

Nella mia carriera ho sempre sentito una sorta di disco rotto sulla nostra condizione privilegiata di lavoratori che hanno tre mesi di ferie estive, di quindici giorni a Natale e una settimana a Pasqua.

Devo dire che ormai queste dichiarazioni mi lasciano  indifferente. Qualche volta rispondo, tanto per provocare l’interlocutore, dicendo in sintesi ”Chi si occupa di formazione, di futuro del nostro Paese, merita questo e altro”  Altre volte replico presentando fatti di persone esterne alla scuola che dopo mezz’ora di inserimento nelle dinamiche di una classe mi chiedono: ”Ma come fa a mantenere la calma? A non urlare? A motivarli?


Ho il sospetto che chi ci critica, chi fa proposte come quella dell’apertura delle scuole in estate, non entri in un’aula da anni o peggio non ci sia mai entrato. Se poi aggiungiamo che molte classi sono superaffollate ( classi-pollaio ), come quella di cui sono titolare (26 alunni) e che in alcuni giorni arriva anche a 30-31 alunni grazie al divieto imposto dal governo Renzi  di chiamare il supplente il primo giorno di assenza del titolare.


Quando sento gli “inesperti di aula” che occorre adeguare il nostro sistema formativo all’Europa, replico ( quando l’interlocutore mi sta davanti) ” Ovviamente il discorso vale anche per gli stipendi” A supporto di questa mia affermazione presento a memoria alcuni dati di questa tabella.

(Fonte Eurydice, 2015)

 


E alla critica che lavoriamo poco presento altri dati (non tutti ovvamente), desunti da questa tabella

 

 

Una riflessione: attenzione a proseguire in questa campagna di delegittimazione dei docenti e di presa per i fondelli (quasi tutte le dichiarazioni dei politici e non solo sono di questo segno) perché la demotivazione degli insegnanti porta solo danni per il futuro del nostro Paese.

 

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