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Un giorno da non dimenticare

Un giorno da non dimenticare il 27 gennaio (giorno dell’abbattimento, da parte delle truppe sovietiche che avanzavano verso Berlino, dei cancelli del campo di concentramento presso la città polacca di Oświęcim, nota con il nome tedesco di Auschwitz) per ricordare le leggi razziali in Italia (introdotte nel 1938 dal regime fascista e firmate dall’allora re d’Italia), la Shoah e le persecuzioni subite da tutti i deportati nei campi nazisti, anche da omosessuali, dai sinti e dai rom, da altre minoranze e dai deportati militari e politici italiani.
Ma la ricorrenza serve anche per ricordare il ruolo di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria incolumità hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Partendo dalla considerazione che “chi non conosce il passato è condannato a ripeterlo”, il ricordo della Shoah rappresenta un monito per il presente ed il futuro, in un momento in cui affiorano nuovamente in Europa preoccupanti rigurgiti nazi-fascisti, e permette di far maturare nei giovani un’etica della responsabilità individuale e collettiva, dando un contributo alla promozione di una cittadinanza attiva e consapevole ed alla realizzazione di una pacifica convivenza, contrastando il pregiudizio e il razzismo.
La scuola rappresenta il luogo più idoneo per trasmettere alle nuove generazioni l’importanza della memoria e per diffondere i valori contenuti nella Carta costituzionale e nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo; gli istituti di ogni ordine e grado, pertanto, sono invitati ad organizzare cerimonie e momenti di riflessione al fine di mantenere vigile la memoria per impedire che la tragedia del nazi-fascismo e gli orrori delle deportazioni e dell’Olocausto possano ripetersi.
Ricordiamo che quest’anno la ricorrenza coincide con un giorno festivo (domenica) e quindi le scuole si adopereranno per organizzare nei giorni precedenti o nella settimana successiva le varie iniziative, senza far cadere nel silenzio il ricordo del genocidio nazista e le riflessioni sulle complicità.
Un forte impatto emotivo hanno gli incontri organizzati con persone che vissero quei tragici fatti e soprattutto le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di sterminio o dei familiari di vittime delle persecuzioni. Ma possono essere organizzati anche semplici momenti di riflessione, magari proponendo nel contempo la lettura in aula di alcune pagine storiche e/o letterarie che rimandano a quei tragici eventi.
Intanto gli istituti scolastici proclamati vincitori della XI edizione del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, promosso dal Miur in collaborazione con l’Unione delle Comunità ebraiche italiane e rivolto agli alunni al fine di approfondire studi e ricerche, verranno premiati al Quirinale martedì 29 gennaio.
Andrea Toscano

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