Introdurre un salario minimo, da assegnare allo studente impegnato nelle attività di alternanza scuola-lavoro. Se ne è parlato, alla presenza della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, il 1° febbraio durante l’evento “La Scuola 4.0. 3 proposte per continuare a cambiare la scuola”, organizzato da ProDemos e Tortuga.
I promotori della proposta hanno spiegato che è forte ormai “l’esigenza di strutturare in maniera più efficace i progetti di alternanza, anche coinvolgendo le università e costituendo coordinamenti a livello nazionale e locale”, assieme alla “possibilità di inserire un salario minimo per l’alternanza scuola lavoro”.
La responsabile del Miur, invece, ha parlato della necessità di valorizzare i docenti e la loro professione. “La legge 107 – ha detto la Fedeli – per la prima volta riconosce la funzione strategica per il paese del docente e della sua professionalità”.
“La funzione del docente – ha aggiunto la ministra dell’Istruzione – è davvero fondamentale nel rapporto con le ragazze e con i ragazzi, è un esercizio di potere determinante per la vita degli studenti e ha connotati deontologici che sono importanti per la trasmissione dei saperi, del comportamento e della cittadinanza”.
Il dibattito si è focalizzato su tre temi particolarmente importanti per la scuola italiana: alternanza scuola lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, valutazione e valorizzazione degli istituti e degli insegnanti, orientamento e discipline scientifiche.
Tra le proposte avanzate dall’associazione figura anche quella di “incentivare le aziende a valorizzare l’alternanza e coinvolgere gli insegnanti nella valutazione”. Ed una delle modalità di incentivo, sarebbe proprio quella dell’assegnazione di una quota, seppure minima, di rimborso da assegnare ai giovani impegnati nelle varie attività di stage e di formazione in azienda.
Un’altra proposta che farà discutere, sempre presentata dall’associazione organizzatrice dell’evento, è quella di introdurre delle forme di aggiornamento obbligatorio per i docenti che fanno riscuotere basse valutazioni. E di premiare il più possibile, invece, quegli insegnanti che nella scuola riscuotono alte valutazioni.
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