Categorie: Didattica

Un videogioco può essere al centro della didattica?

Questa sperimentazione ha radici lontane, infatti, già nel 2008 si svolse a Roma un interessante evento promosso da Electronic Arts, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, per discutere delle potenzialità didattiche del videogioco “ Sim City Societies”.

A tal proposito in un articolo pubblicato nello stesso anno sul sito web SpazioGame si scriveva: “Alla base di questo “esperimento”, vi sarà infatti una totale immersione nella realtà videoludica, dove lo studente, una volta intrapresa la carriera di “sindaco virtuale”, sarà chiamato a prendere delle decisioni legate all’amministrazione pubblica della propria comunità: l’inquinamento, la disposizione delle aree urbane in rapporto con quelle industriali, l’eventuale malcontento della popolazione e soprattutto sviluppo ecnomico della città.

Ogni decisione presa sortirà delle conseguenze più o meno gradite, che lo studente dovrà essere pronto ad affrontare ed ovviamente anche a risolvere; il compito del docente, sarà quindi quello di far applicare all’interno della simulazione le nozioni apprese nel corso di una lezione “tradizionale”, cercando di coinvolgere attivamente lo studente, al fine di mettere alla prova il suo grado di apprendimento e le sue abilità gestionali. In questo modo vedrà luce un nuovo sistema di apprendimento, ovvero quello basato sull’esperienza diretta”.

Di contro si può asserire che nel videogioco c’è il rischio, come tutte le simulazioni, di semplificare la realtà, schematizzandola. In altre parole chi impara attraverso le simulazioni si trova all’interno di un ambiente protetto, privo di rischi reali. In questo contesto nasce il dubbio se non ci sia la possibilità di perdere il senso di responsabilità.

Aldo Domenico Ficara

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