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Una scuola di qualità

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha recentemente illustrato il “Progetto Qualità”, che si caratterizza essenzialmente come un percorso di ricerca per favorire nelle scuole uno sviluppo organizzativo che possa consentire di raggiungere le finalità specifiche che ciascuna istituzione scolastica si prefigge nel contesto della propria autonomia didattica e gestionale.
Nel progetto, che si pone nel tempo nuovi obiettivi per fornire risposte adeguate ai bisogni degli alunni, delle famiglie e del territorio in cui opera la scuola, è quindi insita l’idea di un progressivo innalzamento della qualità e dell’efficienza del sistema dell’istruzione, attraverso l’ampliamento dell’offerta formativa e la valorizzazione dell’impegno e dell’esperienza di chi lavora nelle istituzioni scolastiche.
I punti che caratterizzano il “Progetto Qualità” sono stati così riassunti in un documento ministeriale che fissa le linee guida per la diffusione della qualità nella scuola:

1) attribuzione all’Amministrazione centrale di un preciso ruolo di programmazione, promozione, coordinamento, indirizzo in ordine alle attività da porre in essere;
2) attivazione sul territorio di momenti di aggregazione finalizzati alla individuazione, alla diffusione e allo scambio di esperienze, alla gestione delle sinergie e delle soluzioni più appropriate;
3) autonoma responsabilità di ciascuna unità scolastica nella ricerca, analisi, progettazione e realizzazione     di azioni intese ad assicurare l’efficienza e l’efficacia dei servizi erogati;
4) realizzazione nelle scuole (con il coinvolgimento potenziale di tutti i soggetti interessati) di percorsi di   ricerca e di interventi relativi all’organizzazione e all’erogazione del servizio formativo, tali da garantire il miglioramento continuo e risultati di elevato profilo qualitativo;
5) articolazione del percorso della “Qualità” in stadi o livelli tra loro connessi e sequenziali, ciascuno con propri obiettivi.

Questi stessi punti erano già stati individuati in un documento di indirizzo che il Ministero della Pubblica Istruzione aveva trasmesso ai Provveditorati agli Studi nel 1995 e che conferma come l’attuale progetto poggia le basi in precedenti esperienze condotte a livello sperimentale. Quel documento, infatti, forniva alcuni suggerimenti per l’avvio di iniziative pilota che aiutassero a diffondere, tenendo conto delle specificità dei rispettivi territori, la cultura della “qualità” nella scuola.
Adesso, al “Progetto Qualità” spetta il compito di confrontarsi con le tante riforme che in questi ultimi anni hanno caratterizzato la scuola italiana e di tenere in considerazione le attuali esigenze del mercato produttivo, che essendo, peraltro, in continua evoluzione può suggerire interventi ma non può condizionare, anche in proiezione futura, l’intero sistema scolastico.
In quest’ottica, il progetto intende valorizzare i collegamenti e la collaborazione tra il mondo della scuola e quello del lavoro, attraverso interventi mirati al costante adeguamento dei livelli di istruzione ma anche nel rispetto dei rispettivi ruoli e delle reciproche autonomie.
Le fasi del “Progetto qualità” sono tre, da sviluppare attraverso un percorso flessibile che vede coinvolte le varie componenti scolastiche riunite in gruppi di lavoro (costituiti in ciascuna delle scuole che partecipano al progetto) di cui fanno parte dirigenti scolastici, insegnanti, personale non docente, studenti e genitori.
La prima fase (I fondamenti della Qualità della scuola) è finalizzata alla diffusione di competenze organizzative, progettuali e gestionali all’interno della singola scuola, tramite l’utilizzo delle metodologie e degli strumenti della “qualità”. Questo livello, che richiede in totale circa 30 ore di formazione in un anno, è articolato, preferibilmente, in quattro moduli.
Il passaggio alle fasi successive non è automatico, ma avviene soltanto se sono stati raggiunti, per ciascun livello, gli obiettivi prefissati. Nella seconda fase (Il metodo della Qualità) si passa dall’analisi all’elaborazione e alla realizzazione dei progetti di miglioramento, che vanno monitorati e dei quali occorre verificare l’efficacia. Anche questo livello, che intende consolidare e diffondere la cultura operativa e il metodo della “qualità”, è suddiviso in moduli.
La terza fase (Il sistema Qualità) impegna le scuole ad elaborare il proprio sistema di “qualità” e a documentare in modo sistematico le modalità con le quali i servizi vengono progettati e prodotti. Gli ultimi due moduli che caratterizzano questo livello servono per tracciare le indicazioni utili alla stesura di un “Manuale della Qualità” nonché per delineare un percorso di certificazione ed elaborare, valorizzando le competenze acquisite, appropriate strategie per quel miglioramento continuo che, una volta superate le varie fasi, costituisce la finalità dell’intero progetto, i cui percorsi, come sottolinea il ministro De Mauro nel documento riguardante le linee-guida per la diffusione della qualità nella scuola, possono concorrere “a propiziare un passaggio non traumatico da una cultura di mera gestione ad una cultura di progetto, di processo e di verifica, attenta ai raccordi tra gli obiettivi preventivati, gli investimenti realizzati e gli esiti raggiunti”.                                                                                      

Andrea Toscano

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