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Unione Europea, quali sono gli obiettivi relativi ai sistemi di istruzione? – Preparazione concorso Ds

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La guida per gli aspiranti dirigenti scolastici della Tecnica della Scuola: cosa bisogna sapere per superare il concorso in attesa del bando? Oggi parliamo dei sistemi educativi dei Paesi dell’Unione Europea.

Cresce l’attesa dei numerosi docenti che si preparano a sostenere il concorso per dirigente scolastico specialmente dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta lo scorso dicembre, del Regolamento che indica i requisiti di accesso e le modalità di svolgimento delle prove del concorso.

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Tra gli ambiti disciplinari richiesti dalle prove d’esame vi è quello riguardante i Sistemi educativi dei Paesi dell’Unione Europea.

Da anni l’Unione Europea continua a mettere in atto strategie per costruire un’Europa sostenibile e inclusiva e gli Stati membri dell’Unione Europea, con Europa 2020, si erano dati precisi obiettivi da centrare entro il 2020, tra i quali prioritario era quello di attuare una dimensione dell’educazione condivisa a livello europeo.

La politica di coesione europea era uno degli strumenti dell’Unione Europea, considerato ineludibile per ridurre le disparità di sviluppo nell’istruzione e nella formazione tra le regioni degli Stati membri. Tale politica sosteneva le attività di modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, compresi gli investimenti nelle infrastrutture per l’istruzione, la riduzione dell’abbandono scolastico precoce, la promozione dell’accesso all’istruzione di qualità, a tutti i livelli e per tutti, il miglioramento dell’accesso all’apprendimento permanente, il potenziamento dei sistemi di istruzione e formazione professionali.

Le priorità e i traguardi che avrebbero dovuto essere raggiunti entro il 2020 erano essenzialmente quattro: favorire l’apprendimento permanente e la mobilità, migliorare la qualità e l’efficacia dell’educazione, promuovere l’equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva, incoraggiare la creatività e l’innovazione, inclusa l’imprenditorialità.

Per potere monitorare l’efficacia delle misure messe in atto dai vari Paesi sono state individuate dei parametri di riferimento a livello europeo, i benchmark o target, che vengono annualmente presentati in un rapporto di monitoraggio della Commissione europea, Education and Training Monitor.

A che punto siamo oggi nel 2023?

Purtroppo non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti entro il 2020 e la situazione in Europa non appare ancora omogenea.

Per esempio in Italia, per quanto riguarda l’abbandono precoce dei percorsi di istruzione e formazione, il tasso è lievemente diminuito e si attesta al 14,5%, facendo registrare un livello di abbandono più elevato nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord e tra i maschi rispetto alle femmine.

Un miglioramento c’è stato, invece, nel livello di frequenza dei bambini di 4 anni alla scuola dell’infanzia, target che l’Italia ha raggiunto e lievemente superato. Non altrettanto positivo è il dato sui diplomati dell’istruzione superiore, per il quale l’Italia, con il 27,8%, si posiziona al penultimo posto in Europa. Tra i fattori che condizionano questi risultati vi sono il numero ancora elevato di abbandono scolastico, la lunga durata e gli elevati costi degli studi universitari.

Inoltre, risulta bassa l’occupazione dei neodiplomati dell’istruzione secondaria e terziaria, attestandosi al 56,5% rispetto al target dell’Unione Europea che si attesta all’82%.

In particolare, il tasso di occupati tra i diplomati dell’istruzione superiore è uno dei più bassi d’Europa, come molto bassa risulta anche la partecipazione degli adulti all’apprendimento permanente.

Le priorità individuate dall’Unione Europea entro il 2030

Il Consiglio d’Europa ha aggiornato il Quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione con scadenza 2030 e ha individuato cinque priorità strategiche:

  • Migliorare qualità, inclusione e successo di tutti nell’istruzione e formazione
  • Diffondere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e la mobilità
  • Rafforzare le competenze e la motivazione dei docenti
  • Rafforzare l’istruzione superiore europea
  • Sostenere la transizione verde e digitale nell’istruzione e nella formazione.

I sette traguardi da raggiungere entro il 2030

Per monitorare i progressi nel settore dell’istruzione e della formazione il Consiglio Europeo ha focalizzato l’attenzione su sette traguardi da raggiungere nel corso del prossimo decennio, in riferimento, comunque, alle condizioni di partenza dei singoli Stati membri, i quali dovranno specificare i traguardi nazionali.

Il primo traguardo prevede di abbassare al di sotto del 15% la percentuale dei quindicenni con scarsi risultati in lettura, matematica e scienze.

Il secondo traguardo è quello di abbassare al di sotto del 15% la percentuale degli studenti dell’ultimo anno della scuola secondaria di I grado che presentano scarsi risultati in alfabetizzazione informatica.

Il terzo traguardo punta alla partecipazione al livello prescolare di almeno il 96% dei bambini di età compresa tra i 3 anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria obbligatoria.

Il quarto traguardo prevede il contenimento al 9% dell’abbandono precoce dell’istruzione e della formazione

Il quinto traguardo stabilisce che, al 2030, almeno il 45% delle persone in età compresa tra i 25 anni e i 34 anni debbano aver ottenuto un titolo di studio di livello terziario.

Il sesto traguardo riguarda i neodiplomati dell’Istruzione e Formazione professionale: al 2025, almeno il 60% di essi dovranno aver potuto beneficiare dell’apprendimento basato sul lavoro durante il loro percorso formativo.

Il settimo e ultimo traguardo punta all’apprendimento degli adulti: entro il 2025 almeno il 47% degli adulti, nella fascia di età compresa tra i venticinque e i sessantaquattro anni, dovrà aver partecipato ad attività di apprendimento nei dodici mesi precedenti.

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