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Valditara: “Far rientrare a scuola il valore del lavoro. Dotare gli istituti di professionisti provenienti dal privato”

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Oggi, 25 gennaio, ha luogo il primo appuntamento del ciclo di “Italia 2023: Persone, Lavoro, Impresa”, la piattaforma di dialogo promossa da PwC Italia e gruppo Gedi, con ospite il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta ed autorevoli esperti con l’obiettivo di riflettere sull’importanza delle materie Stem nel mondo di oggi.

Ecco le parole del capo del dicastero di Viale Trastevere a proposito dell’allineamento della formazione alle richieste del mondo del lavoro: “Il vero tema dello sviluppo è questo, anche per consentire ai ragazzi di trovare un lavoro che possa realizzarli. Ci sono moltissimi posti non coperti per mancanza di qualifiche. Agire sull’orientamento, informare famiglie e studenti sull’offerta del mondo del lavoro. Poi bisogna agire sul fronte delle qualifiche, consentendo alle scuole di dotarsi di professionisti tratti anche dal mondo delle aziende”.

“Dobbiamo anche tirar fuori i talenti, personalizzare l’apprendimento proprio per evitare una dispersione, per evitare che dei talenti possano sprecarsi. Nella piattaforma che sto preparando servirà proprio a questo”.

Valditara e l’importanza delle soft skills e della matematica

E, sull’alternanza scuola lavoro: “Si tratta di qualcosa di fondamentale, in altri Paesi è addirittura prevalente in confronto alla formazione disciplinare. Voglio proporre di avere un elenco di aziende certificate. I tutor devono essere ben formati, i ragazzi non possono essere lasciati soli. Daremo anche buone pratiche sulle verifiche da fare prima che l’azienda e la scuola stipulino una convenzione”.

“L’alternanza scuola lavoro è una grande sfida. Dobbiamo far entrare nella nostra scuola il valore del lavoro, che è stato espulso. Un altro tema importante è quello delle soft skills, la capacità di organizzarsi, di lavorare in team. Tutte quelle competenze che consentono di inserirsi bene nel percorso lavorativo”.

“Dobbiamo facilitare l’approccio alla matematica dei giovani. L’idea è quella di partire dalla realtà per arrivare all’astrazione. Un’altra grande sfida è la lotta alla dispersione scolastica. Ho creato una task force guidata da Ricci (Invalsi) per attuare azioni concrete per intervenire in quelle scuole dove la situazione è più grave. Rischiamo di perdere tantissimi giovani e di non appassionarli”.

L’autonomia differenziata

“Bisogna trovare nuove strade – ha spiegato Valditara -, anche sperimentali, di sinergia tra il sistema produttivo, la società civile e la scuola, per finanziare l’istruzione, oltre allo sforzo del governo”. Sull’autonomia differenziata il leghista ha fatto una riflessione: “Non credo che il contratto nazionale verrà toccato, non è una richiesta delle Regioni”.

“Le Regioni chiedono invece una maggiore equità laddove il costo della vita sia più alto. La sfida è capire come fare per far sì che il lavoratore che ha un costo della vita più alto in un certo territorio abbia uno stipendio più alto. Chi vive e lavora in una regione d’Italia in cui più alto è il costo della vita potrebbe guadagnare di più”.

ChatGpt non sostituisca l’apporto umano dei docenti

Sull’intelligenza artificiale: “Non dobbiamo averne paura, ma dobbiamo governarla. Sappiamo bene che cambierà la nostra società. Non possiamo tenerla fuori dalle scuole, significherebbe non formare i ragazzi al futuro. D’altro canto può rappresentare un rischio, soprattutto se non si formano i docenti a usarla. ChatGpt può essere utile ma può dare anche risultati paradossali se non viene intelligentemente impiegata”.

“La scuola è innanzitutto formazione della persona, l’umanizzazione della didattica è imprescindibile. Il docente dovrebbe capire le potenzialità di questi strumenti, che però non possono sostituire i docenti”.

“C’è una tradizione nella nostra scuola che punta molto sulle scienze umane. Dobbiamo anche lanciare un’altra grande sfida per trovare risorse per la scuola e per gli insegnanti. Un insegnante di matematica è pagato 1500 euro, per una formazione dura, difficile, che per la società è molto richiesta. Non è un salario competitivo. La nostra grande sfida è anche trovare risorse nuove, che magari coinvolgano enti privati. Il problema, però, non è solo italiano”.

“Una delle missioni della scuola è anche la ricerca. Negli Its si fa ricerca. Dobbiamo immaginare un percorso virtuoso che coinvolga la società e il mondo delle imprese. 124 euro in più per i docenti non è molto di più ma è l’aumento più alto negli ultimi tempi. Abbiamo messo 600 milioni di euro in più sulla scuola, abbiamo investito risorse. Questo però non basta, ci vuole uno sforzo da parte della società. La scuola deve essere la priorità”.

Formare chi insegna sostegno

“Le sfide dell’autonomia? Non c’entra con i programmi scolastici o con il contratto dei docenti. Ingresso dei privati a scuola? In questo caso si dovrebbe istituire un fondo perequativo, centralizzato, per ogni scuola. Ho creato un gruppo di lavoro qualificato, ci stiamo lavorando”.

“Dobbiamo anche rivoluzionare il concetto novecentesco di intelligenza, secondo cui l’intelligenza è solo teorica. Altrimenti si rischia di dividere la scuola in istituti di serie A e di serie B, licei e istituti tecnici”.

“Bisognerebbe tenere la scuola lontana dal Patto di Stabilità”.

E sugli insegnanti di sostegno: “Sul sostegno deve insegnare solo chi ha un’adeguata formazione. Non si può fare come negli scorsi anni in situazioni di emergenza, quando anche laureati in giurisprudenza hanno insegnato sostegno. C’è anche il problema del numero di docenti di sostegno. Bisogna anche garantire la continuità educativa ai ragazzi con disabilità, che hanno una maggiore fragilità. Lanceremo un reclutamento che presupporrà una formazione adeguata, è questione di settimane”.

Infine, una battuta sul merito: “La vera sfida è personalizzare l’istruzione e valorizzare i talenti di ciascuno, aiutando chi è in difficoltà”.