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Valditara ricorda le leggi fasciste sul razzismo: “Ricorrenza da non dimenticare anche se non contemplata dallo Stato”

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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha ricordato un altro evento storico che ha avuto luogo oggi, 17 novembre. Dopo aver detto la propria in merito alla Giornata Internazionale degli Studenti, legata agli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi avvenuti nel 1939, il capo del dicastero di Viale Trastevere ha scelto di non dimenticare l’emissione del Regio decreto-Legge 17 novembre 1938-XVII, N.1728 “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, che di fatto ufficializzava la teoria razzista in Italia.

Valditara ha scelto di commentare l’anniversario scrivendo una lettera a La Repubblica. Innanzitutto il ministro ha ribadito il suo diritto di ricordare anche quegli eventi storici per cui non è stata prevista, ancora, una ricorrenza ufficiale dallo Stato: “Ci sono ricorrenze contemplate dalle leggi dello Stato che un Ministro della Repubblica preposto al dicastero dell’Istruzione ha il dovere, prima ancora che il diritto, di invitare a ricordare e a liberamente discutere nelle scuole. Ve ne sono altre che, pur non essendo contemplate dal nostro ordinamento, marcano tuttavia la nostra storia e che, come uomo politico di destra democratica, ritengo importante non dimenticare”.

“Una di queste date è il 17 novembre. Ottantaquattro anni fa, con il Regio decreto legge n. 1728 del 17 novembre 1938, che conteneva i provvedimenti per la difesa della razza italiana e stabiliva misure discriminatorie nei confronti degli ebrei, fu ufficializzata in Italia dal regime fascista la teoria razzista”, ha scritto.

Valditara ha descritto le conseguenze della legge, che di fatto discriminava sulla base dell’assurdo concetto di “razza”: “Per la prima volta si affermava nell’ordinamento giuridico del nostro Paese l’idea aberrante che esistano razze biologicamente superiori e inferiori. Si arrivava così a proibire il matrimonio del cittadino con appartenenti a razze non ariane. Sulla base dei medesimi presupposti, l’articolo 1 comma 3 del codice civile avrebbe poi concepito una limitazione della capacità giuridica, per gli appartenenti a determinate razze”.

Ancora oggi ci sono “rigurgiti razzisti”

Ed è proprio sul concetto di “razza” il ministro si è concentrato: “Sappiamo, grazie agli studi di genetica, che non esistono razze umane biologicamente superiori o inferiori. Ma questo non vuol dire che il pregiudizio razzista sia stato sconfitto. Al di là delle sue origini storiche e culturali, quel pregiudizio nega che l’essere umano, in quanto tale, sia portatore di diritti originari. Nega in definitiva il primato della persona”.

“Mettere sempre al centro del diritto l’intangibile, non negoziabile dignità della persona umana rappresenta perciò l’antidoto più forte contro qualsiasi rigurgito razzista. Ed è il modo più autentico per rispettare la lettera e lo spirito della nostra Costituzione, a partire dai suoi articoli 2 e 3, comuni pilastri valoriali di una politica che torni a identificarsi in una res publica”, ha concluso Valditara.