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Valditara sogna una scuola che insegna valori forti: si parta da buona condotta e regole, finiamola con 6 politico, miti del ’68, vietato vietare

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Dopo avere espresso tutta la sua soddisfazione per lo stipendio maxi di dicembre di oltre un milione di insegnanti e Ata (“siamo l’unico Governo che un anno e mezzo andrà a stipulare ben due contratti”), il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è tornato a parlare sul modello che vorrebbe adottare per cambiare in meglio la scuola italiana.

Intervenendo al dibattito “Da Caivano alla cybermafia: lotta alla criminalità organizzata“, alla manifestazione di Fratelli d’Italia, Atreju, il titolare del Mim ha detto che “la scuola deve insegnare valori forti, innanzitutto quello della condotta”, tornando quindi a ricordare il disegno di legge che intende approvare il prima possibile “per ridare autorevolezza, ma uscire soprattutto dai miti del ’68, del vietato vietare, del 6 politico, del divieto dei ‘no’”.

A questo proposito, ricordiamo che lo scorso settembre è arrivato sì del Governo al ddl con cui si intendere dare più importanza nella valutazione complessiva di uno studente introducendo appunto il voto in condotta (anche ripristinandolo alle medie e incidendo sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato).

“Il lo dico sempre ai genitori – ha quindi aggiunto Valditara -: dovete ritornare a dire dei no”, “dobbiamo ridare valore al concetto di autorità che non è autoritarismo ma vuol dire rafforzare, integrare l’autorità legittima”.

Il titolare del dicastero bianco è tornato, quindi, ad esprimere la necessità di tornare “alla cultura del rispetto delle regole“: per arrivarci, ha sottolineato Valditara, occorre stabilire però prima una “grande alleanza tra le famiglie e la scuola“.

Infine, il ministro dell’Istruzione e del Merito è tornato sull’importanza dei lavori socialmente utili come modalità per fare affrancare gli studenti e da assegnare, quindi, ai giovani in età scolastica che commettono azioni sbagliate, “invece di adottare la sospensione per stare a casa e giocare alla playstation, che rappresenta – ha concluso – quasi un premio”.